È l’ottava volta che sale sul palco dell’Ariston ma lui non è più lo stesso, com’è normale che sia: gli artisti cambiano, invecchiano ed evolvono. È questo il percorso che ci racconta Marco Masini in modo molto consapevole durante la nostra intervista nella città dei fiori, dopo la sua prima esibizione al Festival di Sanremo 2017, con il brano intitolato ‘Spostato di un secondo’. Ma come sarebbe il mondo se fosse davvero come descritto nella canzone? “A volte basta solo quello per fare la differenza, per vivere una sorta di deja-vù, come se sapessi davvero cosa scegliere”.
Il brano in gara vede una duplice collaborazione. La prima con Zibba, non estraneo al pubblico sanremese per la sua partecipazione alla kermesse canora nel 2016 nella categoria Giovani, e Diego Calvetti, produttore: “Il sodalizio per questa canzone nasce e prosegue poi per tutto l’album – ci racconta – Abbiamo avuto la possibilità d’incontrarci e mi ha fatto conoscere nuovi aspetti musicali, oltre a farmi tornare un po’ indietro nel tempo affinandone altri, come l’elettropop, che facevo già negli anni 80”. Il percorso artistico del nuovo lavoro discografico Masini lo descrive come una normale evoluzione nata da stimoli diversi:“Per questo album, ho conosciuto, grazie anche alle collaborazioni artistiche, degli universi letterari e dei concetti che si sposavano con la filosofia di quello che sono adesso, che è diverso rispetto a quello che cercavo negli anni ’90. Ci sono cose da dire diverse. Il disagio rimane, ma ora con i social e la tecnologia, quando non si cade in guerra con gli altri per un post sbagliato, tutti insieme ci si sente forse più forti”.
Stasera, giovedì 9 febbraio, nella serata delle cover, porterà Signor Tenente di Giorgio Faletti: “Ho avuto la fortuna di lavorare con Giorgio a un album, e ho avuto rapporti stretti con lui: il suo coraggio è stato per me motivo d’ispirazione – dichiara Masini – Questo brano tra l’altro è il tipico esempio di come alcune canzoni famosissime non vengano più interpretate e passate per radio, quindi, questa, è l’occasione per ricordare qualcosa di storico”. Cosa ti aspetti da questa edizione del Festival? “Mi aspetto che arrivi quello che sono artisticamente e umanamente; alla fine la canzone esprime quello che sei, è un trucco per scegliere la strada più corta, per raccontare una storia”. Se dovessi riassumere il Festival in una canzone, quale sceglieresti? ” ‘Ancora’ rimane una delle più belle del Festival, potrebbe vincere anche oggi“.
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