Il 2016 sta trascorrendo avendo riportato alla ribalta un’auto dal glorioso passato, importante per la società italiana sotto diversi punti di vista. E’ la Fiat 500 Topolino che quest’anno ha compiuto 80 anni. Questa vetturetta ha avuto nel costume italiano una vita molto più lunga di quella produttiva, durata circa 20 anni e con una guerra di mezzo. Tra gli infiniti omaggi tributati da ogni tipo di mezzo di comunicazione e di espressione, vale certamente la pena ricordare una bella canzone di Paolo Conte, uno dei musicisti italiani più noti all’estero. S’intitola “La Topolino amaranto“.
Uscito nel 1975 nell’album che porta il nome del cantautore, questo brano è diventato nel tempo uno dei più celebri del pianista e compositore astigiano. Le parole di questa canzone sembrano ripercorrere proprio le vicende e le caratteristiche di questa popolarissima auto.
Facciamo prima un passo indietro e ricordiamo molto brevemente la storia della prima Fiat 500. All’inizio degli anni Trenta l’industria automobilistica europea si stava lentamente convincendo dell’opportunità di costruire auto a basso prezzo per motorizzare in larga scala le loro nazioni. L’esempio arrivava infatti dalla celebre Ford T, da poco uscita di produzione, diventata l’auto più venduta al mondo. In Italia Benito Mussolini si rese conto che un’auto economica sarebbe stata un ottimo strumento per manipolare il consenso popolare. Quindi “convinse” Giovanni Agnelli della necessità di costruire tale veicolo. Era il 1930. La Fiat ci mise sei anni, durante i quali il duce non mancò di mettere pressione al presidente della casa torinese.
Nel 1936 fu presentata la Fiat 500. Una piccola vettura a due posti, spartana ma dalle interessanti soluzioni tecniche ideate per risparmiare sui costi, progettata da Dante Giacosa. Costava 8.900 lire invece delle 5.000 suggerite da Mussolini. Non era ancora alla portata degli operai, però la classe media poteva permettersela, così ebbe un deciso successo, data la situazione dell’epoca. Il soprannome Topolino fu dato da un giornalista: l’idea gli venne osservando il muso della macchina (ma anche il profilo), che ricordava appunto quello di un roditore, ma simpatico alla Mickey Mouse, personaggio che proprio in quegli anni il cinema di Walt Disney aveva già reso universalmente famoso.
La popolarità della 500 Topolino proseguì ben oltre la fine della guerra, anche perché mancavano le risorse economiche e materiali per intraprendere una produzione civile di massa. Con le dovute modifiche stilistiche e meccaniche dovute al passare degli anni, ma senza stravolgerne le caratteristiche fondamentali, quella macchinetta degli anni ’30 visse fino al 1955, quando venne il momento di passare il testimone alla Fiat 600.
Torniamo alla Topolino amaranto di Paolo Conte, soffermandoci su alcuni versi del testo. “Oggi la benzina è rincarata è l’estate del Quarantasei“; in piena crisi finanziaria, in quel periodo l’inflazione viaggiava anche intorno al 50%, la benzina era un bene scarso e preziosissimo.
“Sulla Topolino amaranto su, siedimi accanto, che adesso si va“. Quando mancava tutto, anche una piccolissima macchinetta vetusta voleva dire molto.
“Se le lascio sciolta un po’ la briglia, mi sembra un’Aprilia e rivali non ha“; in realtà la Lancia Aprilia, coetanea della Topolino, era una berlinona da signori. Comunque è evidente il senso di libertà che dava anche una scatoletta come quella 500; la sola possibilità di muoversi era sufficiente ad accendere la fantasia.
“Stringe i denti la bionda, si sente una fionda e abbozza un sorriso con la fifa che c’è in lei, ma sulla Topolino amaranto si sta ch’è un incanto nel Quarantasei“. Un altro accenno alla libertà e all’entusiasmo che, in quegli anni estremamente difficili quando tutto mancava, anche una piccoletta come la Fiat 500 Topolino poteva dare.