[didascalia fornitore=”Ansa”]Giuseppe Zeno e Giusy Buscemi in posa durante la presentazione serie televisiva ‘Il paradiso delle signore’.[/didascalia]
C’è un grosso problema per una celebre fiction Rai: Il Paradiso delle Signore 3, che si sarebbe dovuta girare nel Centro Produzione Rai di Torino da maggio 2018 a febbraio 2019 per un totale di 180 puntate, dovrà obbligatoriamente trovarsi un’altra casa dopo che l’assemblea dei lavoratori della sede torinese della TV di Stato ha bocciato, reputandolo irricevibile, l’accordo tra azienda e sindacati raggiunto faticosamente la settimana scorsa grazie anche alla mediazione della sindaca del capoluogo piemontese Chiara Appendino, che puntava molto su questo progetto per rilanciare le produzioni Rai su Torino.
Ma cosa prevedeva questo accordo che i lavoratori Rai di Torino hanno sonoramente respinto al mittente con 86 voti contrari, 49 a favore e 32 astenuti? Secondo la bozza siglata da sindacati e azienda, l’impegno per la realizzazione della fiction Rai Il Paradiso delle Signore 3 consisteva in 220 giorni di lavoro (come già detto, da maggio di quest’anno a febbraio del prossimo) con un orario giornalieri di 9 ore + 1 di pausa pranzo per 5 giorni a settimana e la possibilità di un sesto giorno. Compenso proposto: 25 euro al giorno in più oltre allo stipendio mensile già regolarmente corrisposto, oltre a 850 euro ‘una tantum’ e la garanzia del recupero contestuale dei giorni in più lavorati. Il progetto avrebbe impegnato un centinaio di persone di cui 65 lavoratori interni alla Rai e il resto freelance (che sono quelli che escono maggiormente con le ossa rotte dal mancato accordo).
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Rai e Comune di Torino hanno ovviamente espresso il loro rammarico per come sono andate le cose, giudicando abbastanza inspiegabile il no dell’assemblea dei lavoratori. Che a loro volta hanno spiegato i motivi del rifiuto in una nota inviata alla stampa: ‘Chiedevamo solo l’applicazione del contratto nazionale: noi la fiction volevamo farla ma non a questi ritmi e per questa durata. È stata una scelta difficile e coraggiosa, ma alla fine la maggioranza ha scelto di tutelare la dignità del proprio lavoro’. In realtà va registrata una spaccatura tra i sindacati, con la CGIL ferma sul fronte del no e CISL e UIL decisamente più morbidi. Ma alla fine ha prevalso la linea dura.
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Intervistato dalla redazione torinese del Corriere della Sera, Benedetto Mallevadore, che fa il montatore televisivo per la Rai da trent’anni, ha provato a spiegare meglio il nocciolo della questione: ‘Lavorare 10 ore al giorno, con una di pausa, per 9 mesi di seguito è davvero impossibile. Tra l’altro spesso gli orari effettivi rischiano di essere ancora più lunghi: se resta qualche scena da girare, si arriva facilmente anche a 12 o 14 ore giornaliere. Abbiamo proposto alla Rai soluzioni alternative (per esempio organizzare tre squadre che ruotassero su quattro giorni garantendo le 10 ore fino al sabato) perché questa fiction volevamo farla, era un lavoro gratificante, ma sono state tutte respinte’.
E dalla parte del telespettatore invece cosa cambia? Il Paradiso delle Signore 3 si farà lo stesso? L’intenzione è quella, ma si teme che a parità di condizioni anche i centri produzione Rai di altre città possano rifiutarsi. A quel punto resterebbe l’unica soluzione di affidare la realizzazione della fiction a una società esterna, ma sarebbe davvero un enorme spreco.