La Procura di Padova ha richiesto al Comune gli atti di iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie omosessuali per sottoporli al controllo del Tribunale. I giudici potrebbero dichiararne l’invalidità
Così com’è successo a Milano, anche a Padova la Procura ha richiesto al Comune gli atti di iscrizioni nei registri anagrafici dei figli di coppie gay per sottoporli al vaglio del Tribunale. I documenti interessano tutte le iscrizioni di bambini di coppie omosessuali registrate dal 2017 e cioè dal momento in cui l’amministrazione comunale ha optato per questa via.
Si tratterebbe di 32 casi di bambini, tutti figli di coppie di donne. Ogni atto porta la firma del sindaco Sergio Giordani, in carica proprio dal 2017. Ora il Tribunale potrebbe arrivare a statuirne l’invalidità.
La decisione dei PM di Padova giunge dopo quasi un mese rispetto a quanto stabilito lo scorso 15 marzo dai colleghi della Procura di Milano i quali, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione n. 38162, datata 30 dicembre 2022, hanno impugnato quattro iscrizioni nei registri dell’anagrafe.
I giudici di legittimità hanno stabilito che i bambini nati all’estero attraverso la pratica della maternità surrogata, vietata in Italia, devono essere riconosciuti nel nostro paese quali figli di entrambi i genitori attraverso l’istituto dell’adozione “in casi particolari” ai sensi dell’art. 44 lett. d) della legge sull’adozione (L. 183/84). Si renderebbe dunque necessaria la sentenza di un Tribunale per i minorenni non essendo sufficiente un mero atto amministrativo qual è la trascrizione diretta all’anagrafe ad opera di un ufficiale di Stato civile.
Lo scorso 13 marzo il Prefetto di Milano, Renato Saccone, su input del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, aveva ordinato al sindaco Giuseppe Sala di cessare la registrazione dei figli nati da coppie omosessuali, proprio sulla scorta della sentenza sopra richiamata.
Il sindaco di Milano aveva iniziato a formare i certificati anagrafici di figli con genitori appartenenti allo stesso sesso a partire dall’estate del 2022.
La scelta era stata presa – faceva sapere Sala – in qualità di Capo dell’Ufficio di Stato civile, a fronte dell’inerzia mostrata dal parlamento e dal governo italiano i quali non avevano provveduto a riempire il vuoto normativo di cui soffre la legge Cirinnà. Ciò nonostante i ripetuti inviti da parte della Corte costituzionale.
La deputata PD Rachele Scarpa ha commentato così la notizia “La Procura di Padova ha chiesto al Comune gli atti delle iscrizioni all’anagrafe dei figli di coppie gay dal 2017, per sottoporli a valutazione del Tribunale. Non si può più aspettare. Il Parlamento legiferi con urgenza sulla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali e monogenitoriali. Lasciare che la carenza normativa sul tema condizioni il destino di bambine e bambini, rischiando di far legalmente perdere loro un genitore con cui sono cresciuti per anni, significa negare i diritti fondamentali dei minori. Questo rischio rappresenta un’imperdonabile e brutale distorsione ed è frutto dell’ottusità di questa destra che non guarda in faccia a nulla e a nessuno e ci costringe a un’inerzia inaccettabile su un tema così delicato. Massima vicinanza ai sindaci che non si piegano e tutelano anzitutto i diritti dei bambini”.
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