Dalla pesca selettiva alla tracciabilità. La ‘giusta rotta’ di Bolton Food comporta la creazione di filiere sostenibili, la diversificazione dei metodi di pesca, il contrasto alla pesca illegale e la riduzione di quella accidentale. Pratiche, queste, che hanno ottenuto il plauso delle associazioni ambientaliste Wwf e Greenpeace.
Pesca responsabile = oceani sani
Isabella Pratesi, direttore conservazione di Wwf Italia racconta che la partnership con Bolton Food (Rio Mare), in quanto “leader europeo nel mercato del tonno in scatola, è cruciale per cambiare il modo in cui si pesca e influenzare i criteri con cui le aziende ittiche operano. Condividendo le migliori pratiche, miriamo a ispirare altri a intraprendere la strada verso la sostenibilità; contribuendo così a una pesca ben gestita e a oceani sani”.
Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia, sostiene che “la decisione di spostare le proprie produzioni verso i metodi di pesca più sostenibili e imporre limiti all’utilizzo di Fad (Fish Aggregating Device) sui pescherecci da cui si approvvigionano è il risultato di un lungo e serio processo che Greenpeace ha seguito da vicino”.
“Prendendo impegni ambiziosi l’Azienda – prosegue Monti – ha dimostrato di essere un vero leader del mercato del tonno. Siamo sicuri nel cambiamento del settore verso approvvigionamenti più sostenibili e socialmente responsabili”.
Novità che possiamo trovare ne “La Giusta Rotta”, il rapporto socio-ambientale 2014-2017 con i risultati raggiunti e gli obiettivi in tema di pesca sostenibile, ambiente, sociale e nutrizione. Il tutto in collaborazione con Tri Marine, partner strategico per progetti di miglioramento della pesca secondo gli standard Msc.
La tracciabilità della filiera
Sul fronte della tracciabilità dei prodotti, tutte le grandi navi da pesca con reti a circuizione che lavorano con l’azienda sono registrate in un registro pubblico, il Pvr (Proactive Vessel Register). Inoltre, è stato sviluppato un sistema di tracciabilità (standard ISO 22005), che permette di seguire dal porto allo stabilimento di Cermenate oltre 500 referenze prodotte su 10 linee.
Obiettivo dell’azienda è estendere il sistema di tracciabilità certificato a tutte le specie ittiche lavorate. Informazioni come specie, oceano di pesca e metodi di pesca saranno inseriti direttamente sulle confezioni in vendita.
Il futuro della pesca
Entro il 2024, il 100% del tonno sarà pescato da pescherecci certificati Msc (Marine Stewardship Council). Entro il 2024, la certificazione Msc o Asc (Aquaculture Stewardship Council) si riferirà al 100% del pesce usato (salmone, sgombri e sardine).
Per quanto concerne metodi di pesca sostenibili, entro il 2020 il 50% del tonno sarà pescato con in maniera più selettiva a ridotto impatto ambientale. Ossia tramite pesca a canna, pesca con lenza, pesca artigianale da piccole imbarcazioni sostenibili, pesca con reti.
Ad oggi questi metodi di pesca coprono il 28% degli approvvigionamenti. Il restante 50% del tonno sarà pescato con reti a circuizione che adottano misure per la gestione dei FAD (Fish Aggregating Device).
Luciano Pirovano, Sustainable Development Director della multinazionale commenta il traguardo raggiunto. “E’ il risultato di un approccio strategico alla sostenibilità nato nel 2009 con la fondazione dell’International Seafood Sustainability Foundation (ISSF). Poi rafforzatosi negli anni grazie anche ad un dialogo costante con le principali associazioni ambientaliste. Con Wwf e Greenpeace ci confrontiamo costantemente in un approccio aperto e condiviso sulla responsabilità sociale della nostra azienda”, spiega.
E il Ceo Giuseppe Morici conclude: “Fare impresa oggi significa farsi carico con responsabilità delle filiere, per migliorare il mondo e il pianeta dove noi e i nostri figli viviamo. Essere leader significa tracciare questa strada per il futuro”.
In collaborazione con AdnKronos