Filippo De Cristofaro, meglio conosciuto come l’assassino del delitto del catamarano era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Annarita Curina, la skipper che era stata uccisa nel 1988. Dopo due evasioni dal carcere, nel 2007 e nel 2014, è stato arrestato di nuovo, stavolta in Portogallo. La cattura è avvenuta dopo circa due annidi latitanza. L’uomo, infatti, era evaso dal carcere di Porto Azzurro, nei pressi di Livorno. Era riuscito ad ottenere un permesso di tre giorni in occasione delle festività pasquali e, al termine del permesso, non si era più ripresentato in carcere. C’è da dire che non era la prima volta che De Cristofaro si rendeva irreperibile durante un permesso premio. Infatti era già evaso, in un episodio simile. Era successo nel 2007. Allora fu ritrovato a Utrecht, la città della sua ex amante, Diana Beyer. Ripercorriamo la vicenda che in tutti questi anni ha riempito tante pagine di cronaca.
La ricostruzione della vicenda
Le cronache si occuparono del cosiddetto giallo del catamarano nel 1988. De Cristofaro e Diana Beyer, che allora aveva 17 anni, avevano affittato il catamarano di Annarita Curina, con l’obiettivo di passarci le vacanze. Almeno era questo ciò che i due amanti avevano voluto far credere, perché in realtà il loro piano era un altro: rubare l’imbarcazione e poi fuggire con essa fino in Polinesia. Secondo la ricostruzione che è stata fatta in sede processuale, la stessa Diana Beyer ha avuto un ruolo fondamentale, perché è stata complice di De Cristofaro.
Spinta da quest’ultimo, la Beyer avrebbe colpito Annarita al fianco con un pugnale e poi De Cristofaro le avrebbe tolto definitivamente la vita a colpi ripetuti di machete. Il cadavere della vittima fu ritrovato in mare. Nel frattempo sull’imbarcazione era salito un amico della coppia, che poi è stato rintracciato dalla Polizia in Tunisia, mentre tutti insieme cercavano di fuggire, dopo essersi sbarazzati dell’imbarcazione.
De Cristofaro venne condannato dapprima a 38 anni per omicidio. Questa condanna poi venne trasformata in ergastolo nel corso del processo di Appello. Diana Beyer è stata invece condannata a 6 anni e 6 mesi, per concorso in omicidio. In realtà la donna è rimasta in carcere soltanto per 15 mesi. Inizialmente, infatti, ha ottenuto la libertà condizionale e poi è stata assegnata ad una comunità vicino a Grosseto.
De Cristofaro venne estradato in Italia e la verità non emerse rapidamente, perché all’inizio il colpevole cercò di sostenere che ad uccidere la skipper fosse stata la sua amante, mossa dalla gelosia. La Cassazione in seguito ha poi confermato l’ergastolo e l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Opera. La Beyer, invece, si è sposata e si è rifatta una vita e ha tre figli.
De Cristofaro fece perdere poi le sue tracce nel 2007 quando evase dal carcere milanese di Opera, ma fu rintracciato e arrestato proprio a Utrecht, non lontano dalla casa dell’ex compagna. Scappò di nuovo nel 2014, in occasione di un permesso premio per buona condotta per la Pasqua, visto che per la giustizia era divenuto affidabile e gli erano stati dati tre giorni da trascorrere presso l’associazione di volontari Dialogo di Portoferraio ma con il divieto di abbandonare l’isola d’Elba.
Ricercato dal 21 aprile 2014, dopo quasi due anni il latitante è stato ritrovato in un anonimo villaggio a 30 chilometri da Lisbona, con passaporto, carta di identità e patente nautica italiane contraffatte ed intestate ad un tale di nome Bertone Andrea, nonché 5.900 euro in contanti. La cattura di De Cristofaro è stata possibile grazie alla cooperazione tra i poliziotti della squadra mobile di Ancona, quelli dello Sco, i nuclei speciali della polizia portoghese ed il coordinamento di Eurojust.
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