Questa sera andrà in scena nella terra santa del calcio, ossia San Siro, la Finale della Champions League della stagione 2015/2016 tra Real Madrid e Atletico Madrid, un derby spagnolo che dimostra la superiorità delle squadre della penisola iberica rispetto agli altri top team europei più blasonati. Real contro Atletico, però, non è l’unico derby che si è disputato in una finale e tra l’altra è la seconda volta che le due squadre di Madrid si affrontano per la conquista della coppa dalle grandi orecchie: l’ultima volta ha vinto il Real Madrid (stagione 2013/2014) vincendo ai supplementari.
Il primo derby nazionale giocato in Champions League è stato quello tra Real Madrid e Valencia. Le due squadre spagnole hanno giocato al massimo delle loro potenzialità ma i blancos hanno mostrato perché sono riusciti a vincere l’ottava Champions League della loro storia. La squadra delle merengues ha vinto 3-0 con le reti di Morientes, McManaman e Raul.
Nel 2003, ad Old Trafford, Manchester, la finale si colora del tricolore italiano perché a contendersi la finale della Champions League ci sono il Milan di Ancelotti, nel quale giocano Shevchenko, Rui Costa, Prilo e Maldini (per citarne alcuni) e Juventus, allenata da Marcello Lippi, in campo con Del Piero, Buffon, Trezeguet e molti altri. L’Old Trafford è considerato da tutti il teatro dei sogni per il suo blasone incredibile e per la sua capienza, più di 75 mila posti a sedere. L’Italia è sul tetto del mondo, anzi d’Europa, poiché riuscì a portare tre squadre su quattro alle semifinali di Champions League che poi regalarono una finale completamente italiana. Lo scontro fu epico e senza esclusione di colpi ma la partita venne decisa ai calci di rigore con l’ultimo tiro dagli undici metri calciato da Shevchenko. Il Milan vince la Champions League.
Passano 5 anni, 5 finali e arriva il 2008, stagione in cui le squadre inglesi hanno una marcia in più, da una parte Cristiano Ronaldo e il Manchester United e dall’altra Drogba nel Chelsea di Mourinho. Il portoghese dei Red Devils porta in vantaggio la sua squadra ma i Blues di Londra non ci stanno e pareggiano i conti con Lampard. Non basteranno nemmeno i supplementari per decidere l’incontro, si andrà ai calci di rigore: è qui che John Terry, capitano e bandiera del Chelsea sbaglierà il rigore decisivo che consentirà a Cristiano Ronaldo e compagni di alzare la coppa dalle grandi orecchie.
Dopo la Spagna, l’Italia e l’Inghilterra la spada di damocle del derby nazionale in una finale di Champions League sbarca in Germania con Bayern Monaco e Borussia Dortmund nel 2013. La squadra delle “aspirine” di Heynckes contro la sorpresa, la favola, di Jurgen Klopp. Si gioca allo stadio di Wembley, sede storica, di grande fascino, quasi romantica come serata. La partita è molto equilibrata e la sblocca Mandzuckic al quale, pochi minuti dopo, risponde Gundogan. I tempi regolamentari sembrano finiti, le due squadre sembrano intenzionate ad andare ai supplementari poi, vista la stanchezza, ai calci di rigore ma Arjen Robben non ci sta e all’89’ realizza la rete del 2-1 che consacra il Bayern Monaco campione d’europa.
L’anno successiva alla finale tedesca, la Champions League ripassa in mano spagnolo con una finale concentrata in un’unica città, la capitale, Madrid. Un derby a livello nazionale causa grosse scosse emotive figuriamoci un derby della capitale nel quale si affrontano due squadre che sulla carta sono Davide e Golia ma il piccolo Davide ha già vinto il campionato. Le due squadre si danno battaglia e l’Atletico Madrid è, quasi, incredibilmente in vantaggio per 1-0 ma nei minuti di recupero, grazie ad un calcio d’angolo, Sergio Ramos incorna perfettamente il corso e realizza il gol del pareggio che manda la squadra di Carlo Ancelotti ai supplementari. L’entusiasmo del Real Madrid, vicino alla conquista della decima Champions League/Coppa dei campioni è alle stelle,tanto da realizzare altri tre reti per il definitivo 4-1.
Le finali di Champions League si sono contraddistinte, alcune, per essere state partite incredibili dove il talento e la cattiveria agonistica, e talvolta anche il fato e la fortuna, hanno prevalso su qualsiasi altra caratteristica che il calcio possa possedere, ecco alcuni esempi:
Nel 1999 si gioca la finale di Coppa dei Campioni tra Bayern Monaco e Manchester United al Camp Nou di Barcellona. Dopo poco più di cinque minuti Basler porta in vantaggio i bavaresi con una punizione che coglie impreparato il portiere Schmeichel. Il Manchester United non riesce mai ad essere pericolo ma nei minuti di recupero tutto può succedere e tutto, infatti, accade: calcio d’angolo di Beckham, confusione, la palla non viene spazzata e arriva a Giggs che calcia di destro ma senza imprimere forza, il pallone giunge a Teddy Sheringham che segna il gol del pareggio. Ma non finisce qui: dopo qualche minuto stesso copierà, angolo di Beckham, deviazione di testa di Sheringham e gol in spaccata del norvegese Solskjaer. I bavaresi hanno buttato via 90 minuti di grande calcio e una coppa campioni “quasi” in tasca. Quel trofeo, però, va nella bacheca di Ferguson, fenomenale a non mollare mai e ad azzeccare i cambi, poiché sia Sheringham che Solskjaer sono entrati nelle ultimi battute di gioco.
Sono passati 29 anni da quella finale tra Porto e, sempre sfortunati, Bayern Monaco nella quale la squadra portoghese si è imposta sui tedeschi per 2-1- I bavaresi iniziarono la partita nel migliore dei modi, riuscendo ad andare in vantaggio grazia alla rete di Kögl ma nella ripresa, grazie ad un grande contropiede i portoghesi riescono a pareggiare con il colpo di tacco di Madjer. Il gol dell’algerino pareggia i conti e poco dopo, grazie ad un suo assist il Porto passa in vantaggio e vince la Coppa dei Campioni. Da quel momento il colpo dell’algerino che pareggiò i conti contro i tedeschi venne soprannominato “il tacco di Allah” anche per fare un po’ il verso alla ben più nota “mano de Dios”.
Parlando di squadra che hanno vinto di più la Champions League, prima Coppa dei Campioni, il Real Madrid è in testa con 10 vittorie della competizione, appena dietro, a quota 7, c’è il Milan mentre appaiate a 5 vittorie ci sono Barcellona, Manchester United e Liverpool. Se consideriamo le nazioni che hanno vinto più coppe con le orecchie davanti c’è la Spagna, con 15, e dietro Italia ed Inghilterra con 12 vittorie e poi la Germania con 7. La squadra che ha partecipato di più in assoluto è il Real Madrid con 45 presenze ma quella che ha la percentuale di vittoria più alta è il Milan che vince una Champions League ogni quattro presenze. Infatti, con il 25%, 7 vittorie in 28 presenze, vince il Milan. Milan e Inter sono le uniche squadre della stessa città ad aver vinto la competizione europea più importante mentre Atletico Madrid e Real Madrid sono le uniche squadre della stessa città ad aver partecipato ad una finale (con quest’anno diventano 2). L’Italia è la nazione che ha ospitato più finali, 9, ed è anche quella che ha perso più finali, 15, e ben 6 con la Juventus.
Passando ai record individuali, Cristiano Ronaldo ha realizzato più gol in un’edizione della Champions League, segnando 17 reti. Il gol più veloce appartiene, in una finale, appartiene a Maldini anche se poi la coppa la alzò il Liverpool in quello sciagurato 3-3 di Istanbul. Alfredo Di Stefano e Ferenc Puskás hanno realizzato 7 gol complessivi nelle finali disputate. Inoltre, Ferenc Puskás detiene il record di reti segnate in un’unica finale di Coppa dei Campioni con 4 reti. Seedorf è l’unico giocatore nella storia a vincere la Champions League con tre squadre differenti (Ajax, Real Madrid e Milan) mentre Ancelotti è l’unico allenatore italiano ad aver vinto tre coppe e ad averla vinta sia da calciatore che da allenatore. La dinastia Maldini, invece, è l’unica che è stata in grado di vincere da capitani della propria squadra, sempre il Milan, la Champions League. Gento, uno dei meravigliosi cinque del Grande Real, ha vinto ben sei Coppe dei Campioni.
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