Era il 1999 e il Parma di Alberto Malesani scendeva in campo contro il Marsiglia per la finale di Coppa Uefa, attuale Europa League.
Verona, Cannavaro, Crespo e compagni riuscirono a trionfare in quel di Mosca, ma da quel giorno, mai nessun’altra squadra italiana è mai arrivata a giocarsi una finale di Europa League.
Nessuna tranne l’Inter di Antonio Conte, che domani sera a Colonia contro il Siviglia, potrebbe riportare nel nostro paese un trofeo che manca da davvero troppo tempo.
Il cammino nato “per caso”
Quello dell’Inter in Europa League è un cammino nato quasi “per caso”. I nerazzurri infatti, che nella scorsa stagione si erano qualificati in Champions League, mai avrebbero immaginato di essere eliminati dalla competizione con un terzo posto nel girone, e di scendere dunque in Europa League. Nella “coppa minore” Antonio Conte ha eliminato in sequenza: Ludogorets, Getafe, Bayer Leverkusen e Shaktar Donetsk in semifinale.
Dall’altra parte c’è una squadra abituata a questo tipo di partite, soprattutto a vincerle: il Siviglia è la squadra più titolata della competizione. L’Inter però è una squadra forte, consapevole dei propri mezzi. Soprattutto in avanti, dove la coppia Lukaku-Lautaro Martinez fa paura a qualsiasi avversario. Gli spagnoli hanno ritrovato un Suso (ex Milan) in gran spolvero, ma contro il Wolverhampton l’eliminazione è stata davvero vicina. Non è oro tutto quel che luccica, e la speranza di tutti noi è che l’Inter alzi al cielo una coppa che abbiamo visto alzare da una squadra italiana quando il calcio stesso era un mondo totalmente diverso da quello attuale.
Ce lo meritiamo noi tifosi del calcio, e se lo meritano i tifosi interisti.