Purtroppo, questo fatto avvenuto a Firenze, non è che la punta di un iceberg di n sistema dove, soprattutto nei campi secondari, i direttori di gara delle partite, spesso sono presi di mira con insulti e botte.
Firenze: una partita tra 14enni finisce in rissa
Questo fattaccio che vi stiamo per raccontare, è avvenuto domenica, ma è un gesto che risale alla notte dei tempi. Ogni domenica, o sabato, quando si va nei campetti periferici, rispetto ai grandi palchi della Serie A o delle serie minori, succedono gesti di violenza verbale, che spesso sfociano anche in quella fisica.
Ciò succede perché l’italiano medio ha bisogno, dopo una settimana di lavoro e frustrazioni, di dare libero sfogo ai suoi sentimenti più reconditi, e quindi, non potendosi rivalere sul datore di lavoro, sulla vita che è difficile, sulla crisi economica, su eventuali problemi famigliari, trova nell’arbitro della partitella in cui gioca il figlio, il suo capro espiatorio perfetto.
E quindi se tale arbitro non concede un rigore a tuo figlio, non espelle un altro giocatore per aver fatto un fallo al tuo pargolo, o addirittura si permette di ammonire tuo figlio, è la fine.
Cominciano a volare gli insulti, improperi, contumelie, e a volte, ci scappano anche sputi e percosse all’uscita degli spogliatoi, dove i genitori, con la scusa di aspettare i loro figli che escono dalla doccia, sono concentrati sulla porta dove sta l’arbitro, in attesa che esca.
Il fatto che vi stiamo raccontando quindi, non sarebbe molto diverso da tanti altri, se non fosse per il fatto che qui, il momento di rabbia, è degenerato in una vera e propria violenza fisica, che è terminata addirittura con l’arresto del genitore ‘accalorato’.
Quando il gioco del calcio diventa violenza
Ci troviamo in quel di Firenze, nel campo da calcio di Peretola si disputa un match di football, valido per il campionato giovanissimi. I ragazzi sono tutti under 14, l’arbitro ne ha 18, di anni. Ad un certo punto, il direttore di gara ammonisce un ragazzo per un fallo.
Il papà di questo adolescente, di 34 anni, comincia ad andare in escandescenza proferendo insulti verbali nei confronti dell’arbitro e di un signore, che sugli spalti ne ha preso le difese.
L’arbitro sospende la partita, aspetta che torni la calma, e poi fa ricominciare la partita. Sembra tutto finito, un episodio di routine, purtroppo. E invece la storia non finisce qui.
Il padre del ragazzo, un pregiudicato con diverse precedenti, al termine del match si è scagliato contro l’arbitro, e contro la persona che lo aveva difeso. Ha dato un pugno all’arbitro, e spinte e colpi ad un ginocchio al suo ‘difensore’.
Arrivati i carabinieri, subito all’allertati da qualche altro papà, non sono riusciti immediatamente a placare la furia dell’uomo, che sono stati strattonati, spinti e offesi dall’uomo.
Il 34enne è stato trasportato in caserma a Firenze, in una camera di sicurezza, e domani verrà processato per direttissima.