In Pakistan, Paese prettamente agricolo e di allevatori, si sta progettando un Fitbit, un sensore di monitoraggio fisiologico, per permettere alle mucche di produrre più latte. Nonostante la nazione possa contare svariati capi di bestiame, molte industrie casearie e migliaia di ettari di terreno in cui i bovini possono pascolare, la produzione di latte per animale è di circa 5 litri al giorno durante il periodo dell’allattamento, numero che impallidisce se pensiamo che negli USA una singola vacca produce ben 32 litri di latte al giorno.Per sopperire a questa scarsità di latte, ecco la soluzione tecnologica escogitata da un’azienda.
“Cowlar” ( gioco di parole tra Cow = mucca e collar) è un Fitbit, un sensore biometrico, che gli allevatori dovranno mettere attorno al collo delle proprie mucche e che servirà a registrare i loro movimenti, ciò che mangiano e perfino il periodo in cui esse siano più fertili così da permettere la fecondazione con il successivo aumento della secrezione di latte. Come detto in precedenza, il Pakistan può vantare enormi risorse bovine, ma, a causa di metodi di allevamento vecchi di decenni, i risultati, quando si tratta della mungitura, non sono rosei, anzi. Umer Adnan, co-fondatore del progetto Cowlar, spiega come il dispositivo sia talmente geniale, quanto semplice da utilizzare e da decifrare: ” Non appena il Cowlar è posizionato al collo dell’animale, si accende ed inizia a mandare dati ad un terminale. Tramite un algoritmo ad alta precisione, possiamo stabilire se la mucca sia malata, se sia in salute, se si stia alimentando, se stia correndo, se stia dormendo e, perfino, se sia in calore. In questo modo, possiamo capire quale sia il periodo migliore per essere fecondata, col conseguente aumento della produzione di latte” spiega Adnan. “L’animale non sentirà dolore, fastidio o la benché minima pressione sul proprio corpo. Cowlar è un dispositivo piccolo, discreto e innovativo che porterà tanti benefici nell’allevamento pakistano”.
Cosa dire di più? Ci sembra un’idea alquanto fruttuosa per gli allevatori del Pakistan che hanno dei problemi con il loro bestiame. Chissà se mai vedremo congegni di questo tipo anche in Italia o in altre parti del mondo. Una cosa è certa, se il dispositivo non causerà problemi agli animali sui quali è posizionato, non avremo alcuna remora nel tesserne le lodi.
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