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Nuovo capitolo dello scontro in Forza Italia tra Raffaele Fitto e Silvio Berlusconi e questa volta con toni durissimi da parte dell’ex Cavaliere. L’ufficio di presidenza si è trasformato in un ring verbale dove sono volate parole grosse. “Sei solo il figlio di un vecchio democristiano”, “Ce n’è stato un altro che si è comportato così: se vuoi vattene e fatti il tuo partito con 300mila voti”, sono alcune delle frasi che Berlusconi ha rivolto a Fitto in quella che è la prima sfuriata interna a Forza Italia che si ricordi. Gli stessi fedelissimi hanno cercato di calmare le acque, di appianare la situazione, mentre Fitto non ha indietreggiato di un passo. Al rientro a casa in Puglia, l’eurodeputato si è sfogato, soprattutto in merito all’accusa di essere figlio di un vecchio Dc, lui che perse il padre, presidente della Regione sotto lo scudo crociato, in un incidente d’auto.
A chi lo ascolta dopo l’ufficio di presidenza, Fitto svela la tattica di Berlusconi: aveva voluto provocarlo con quelle parole forti e spingerlo a uscire da Forza Italia, ma il piano non è andato a buon fine perché il legame con il partito è troppo forte. L’unico momento in cui ha pensato di non farcela è stata quando ha tirato in ballo il padre, Salvatore Fitto, che fece carriera politica nella Dc prima di perire in un incidente a 47 anni. “Certe cose non si dicono”, ha ammesso Fitto.
L’ufficio di presidenza ha visto per la prima volta uno scontro a toni altissimi tra l’ex Cavaliere e un suo ormai ex fedelissimo. Il timore di Berlusconi è che Fitto voglia tentare la scalata a Forza Italia e per questo ha ribadito che non ci saranno le primarie, che nel 2015, quando potrà ricandidarsi, sarà lui a guidare il centrodestra.
Risposte chiare alle polemiche interne dopo la reazione di Fitto all’intervista della fedelissima Maria Rosaria Rossi: l’eurodeputato ha spiegato di aver reagito alle provocazioni e a quel punto Berlusconi avrebbe di nuovo perso la testa.
“Vuoi fare come Fini? Ti deferisco ai probiviri. Se vuoi uscire, fatti il tuo partito o smetti di dire sciocchezze su articolo 18 e primarie”. Il duro attacco di Berlusconi non ha però scalfito la fermezza di Fitto.
“Non me ne andrò mai da Forza Italia, è il mio partito e non ho fatto nulla per essere cacciato”, ribadisce in serata. Una vittoria però l’ha già ottenuta: dall’ufficio di presidenza è stata approvata la linea dura dell’opposizione a Matteo Renzi, proprio come chiedeva Fitto.
Berlusconi ha ribadito la fedeltà al patto del Nazareno sulle riforme, anche per il timore che il PD possa farle comunque senza l’appoggio azzurro, facendo così uscire FI dai giochi. Sul resto però, il partito resta all’opposizione dura e netta, specie sul Jobs Act che non è piaciuto.
Fitto contro Berlusconi
L’aria nel partito è sempre più tesa e lo è da quando l’eurodeputato ha attaccato Maria Rosaria Rossi. Dalle parti di Arcore è stato letto come un attacco al leader, ma Fitto non ha voluto essere considerato un ribelle e basta: “Io resto nel partito e ci resterò sempre“, spiega a L’intervista su Skytg24. Neanche in quella occasione Berlusconi è tornato sui suoi passi: il candidato non lo sceglie una fronda interna, avrebbe spiegato ai suoi, né un gruppetto di parlamentari riottosi.
“Non sono abituato a rappresentare le fronde, perchè le fronde si muovono nel silenzio, mentre io parlo pubblicamente“, ha ribadito al proposito Fitto. “Da tempo vado dicendo che sia indispensabile aprire un dibattito nel partito. Non accetto, però, quanto accaduto l’altro giorno, perchè nessuno ha titolo per dire alcune cose nel partito, serve un confronto aperto“.
Il riferimento di Fitto è alle parole della senatrice Mariarosaria Rossi, braccio destro del leader azzurro, che aveva escluso categoricamente la possibilità delle primarie interne al partito (“Da noi non se ne parla, magari è possibile tentare altrove…Poi, certo, ognuno può dire la qualunque“), mentre Fitto era stato irremovibile sul fronte opposto. “Le primarie sono necessarie“, aveva continuato a ripetere l’europarlamentare azzurro, secondo il quale le consultazioni popolari sono lo strumento migliore per scegliere i candidati di Fi sul territorio, a cominciare dalle regionali. Ed è da giugno che Fitto continua a battere questo tasto.
Silvio Berlusconi mal sopporta l’insubordinazione dei suoi, che lo fanno sembrare poco credibile come leader.
Il suo fastidio sarebbe cresciuto dopo le dichiarazioni di Fitto: “Lascia allibiti il fatto che il presidente Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di distribuire, controllare, rilasciare o ritirare ‘patenti’ sulla legittimità dello stare nel partito e sulla correttezza o meno delle opinioni e delle tesi politiche altrui“.
Nel partito è ormai guerra aperta, e ciò che è successo sulla Consulta, ovvero l’affossamento di Catricalà, viene spiegato come dimostrazione del malessere sempre più forte che serpeggia in Forza Italia.
Il problema vero interno al partito è che le decisioni vengono “prese dai vertici e mai condivise“, e in molti mettono in discussione l’alleanza di Berlusconi con il premier Renzi: il partito va distruggendosi in nome di un patto di cui “nessuno di noi conosce i veri contenuti“.
E come riporta Repubblica attribuendo le parole all’ex Cavaliere: “Il progetto è fallito“, che tradotto potrebbe voler significare lo scioglimento di Forza Italia in favore di un partito tutto composto da puri berusconiani.
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