Il principale impianto di approvvigionamento idrico di Rio de Janeiro in Brasile, è stato chiuso perché il fiume Gandu è invaso da una schiuma di origine sconosciuta.
I media locali hanno riportato poco fa la notizia. Sul caso stanno indagando le autorità locali, nel frattempo sono 11 milioni le persone con disagi, ovvero quelle servite da questo importante fiume del Paese.
Giù a luglio abbiamo letto una notizia simile a quella che riportiamo oggi. Un fiume invaso dalla schiuma tossica, o meglio da schiuma di origine sconosciuta.
Protagonista è il Gandu, un fiume molto importante del Brasile che versa in condizioni allarmanti. Da alcune ore infatti si sta formando una schiuma bianca di cui ancora non si conoscono le origini. Dal momento che l’impianto in questione serve 11 milioni di residenti, è facile immaginare la gravità della cosa e l’entità dei disagi.
La notizia è stata riportata dai media locali, che hanno riferito che le autorità stanno facendo le verifiche del caso, insieme ai tecnici che si occuperanno di analizzare campioni di questa acqua per capire innanzitutto se a provocare la schiuma sia stata una sostanza tossica o meno, poi si procederà a purificare di nuovo il Gandu.
Dalle prime informazioni, sappiamo che l’ipotesi più accreditata è quella di una fuoriuscita di scarti di natura industriale, sostanze pericolosissime contenute fra l’altro nei prodotti per l’igiene come i detersivi. Queste componenti, sciolte nell’acqua che poi va a rifornire gli impianti idrici del Brasile, avrebbero conseguenze disastrose.
Secondo la Compagnia Statale dell’acqua, la perdita delle sostanze dannose sarebbe stata bloccata, ora c’è molto lavoro da fare per purificare di nuovo l’acqua. In seguito l’impianto riprenderà regolarmente e questo è previsto entro la fine della giornata.
Nel giro di pochi giorni tutto dovrebbe risolversi. Situazioni come questa sono già capitate e le autorità seguono protocolli precisi e rapidi per ristabilire la sicurezza dei cittadini.
Si indaga su scarichi illegali di una sostanza tensioattiva da parte di un’azienda brasiliana. Dalle prime indagini dell’Inea è emerso che ciò che si trova nel Gandu è tossico per gli umani e per l’ecosistema.
Sebbene dunque in un primo momento si pensava a un incidente all’interno di qualche industria della zona, ora si configura la grave pista del reato ambientale, ovvero qualcuno ha volutamente inquinato l’area che serve uno degli impiantati di trattamento delle acque più grandi al mondo.
Passate poco più di 24 ore, ancora non è stato possibile riportare la situazione alla normalità ma i tecnici stanno lavorando per depurare completamente l’acqua, che presentava nei primi rilevamenti una concentrazione di sostanza dannosa pari a 0,6 milligrammi per litro.
Con 43mila litri di acqua al secondo, l’impianto brasiliano serve l’80% dell’approvvigionamento idrico di Rio, rifornendo in particolare i comuni: Rio de Janeiro, Duque de Caxias, Belford Roxo, Itaguai, Mesquita, Sao Joao de Meriti, Nova Iguacu e Queimados.
Sversamenti illegali sono avvenuti anche in passato, a causa della carenza degli opportuni controlli da parte delle autorità competenti. talvolta la schiuma tossica e nauseabonda finisce per invadere strade e parchi, come accadde nel piccolo villaggio colombiano di Mosquera lo scorso anno.
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