Acqua contaminata da piombo, utilizzata per bere, lavarsi, per ogni aspetto della quotidianità. Quello che inevitabilmente accade nel corso del tempo è che poi la popolazione si ammala, sia nel corpo che nella mente: pensate sia un discorso puramente ipotetico? Non è così, purtroppo. Siamo a Flint, nel cuore dell’ex industria pesante a stelle e strisce, travolta dalla crisi automobilistica, dalla crescente meccanizzazione e dislocazione della filiera produttiva, che ha gettato intere comunità nel baratro della disperazione economica e della disoccupazione. Di Flint è originario il regista Michael Moore, che dedicò uno dei suoi primi documentari proprio a questa crisi a metà degli anni Novanta: ma nemmeno lui poteva immaginare che il declino della General Motors, di tutta l’area industriale intorno a Detroit, avrebbe generato un frutto avvelenato a 20 anni di distanza. Elevate tracce di piombo sono state trovate nel fiume, e il passaggio dall’acqua all’organismo umano è stato breve, brevissimo, con centinaia e centinaia di persone affette da perdita della vista, lesioni cutanee, caduta di capelli, ansia e depressione, e con una quantità record di questo metallo riscontrato nel sangue. Il presidente americano Barack Obama ha dichiarato lo stato di emergenza, il governo ha appena stanziato 5 milioni di dollari per bonificare la zona, una pattuglia di star della musica, del cinema e dello show business in generale ha lanciato appelli rilanciati anche sui social network, portando Flint alla ribalta delle cronache internazionali, diventando dopo la vicenda delle dighe in Brasile la peggiore vergogna ecologica globale degli ultimi tempi. Una vergogna che parte da lontano.
La contaminazione delle acque è iniziata appunto 20 anni fa, quando il fiume divenne la discarica industriale dell’intero distretto, ma a dare un’impennata all’avvelenamento di Flint è stata la decisione, nell’aprile 2015, di prelevare l’acqua dal fiume invece che dal sistema idrico di Detroit, allo scopo di risparmiare soldi nel frattempo che l’amministrazione locale trovasse il modo di reperire l’acqua dalla regione dei Grandi laghi, un complesso di cinque bacini d’acqua dolce situato al confine tra gli Stati Uniti e il Canada. Purtroppo l’acqua del fiume Flint non è mai stata trattata con un anticorrosivo in grado di impedire che il piombo filtrasse dalle tubature: il risultato? La concentrazione di questo metallo è aumentata di dieci volte, mentre migliaia di persone continuavano a bere l’acqua come se nulla fosse.
Le responsabilità politiche
Il disastro ecologico e sanitario si è andato così ad aggiungere a quello economico, dove il 40 per cento degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà, con una popolazione dimezzata rispetto ai tempi della General Motors. Il moltiplicarsi degli episodi di contaminazione, in particolare il raddoppiamento della percentuale di bambini che presentano un elevato grado di piombo nel sangue, ha spinto i cittadini di Flint a intraprendere un’azione legale contro l’amministrazione: il governatore del Michigan Rick Snyder è risultato essere a conoscenza dell’inquinamento del fiume, con scolorimento, miasmi e sapori acidi a caratterizzarne le acque, ben prima che i test eseguiti certificassero concentrazioni di piombo due volte superiori ai livelli dei rifiuti tossici. Il governatore, insieme allo Stato del Michigan e alla città di Flint, sono diventati oggetto di una class action cittadina, ma se le responsabilità politiche paiono essere chiare, viceversa le soluzioni per ripristinare uno stato di normalità ambientale nella zona paiono lontane.
Il disastro ambientale
Scoperto il misfatto, non è bastato infatti tornare a reperire l’acqua dal sistema idrico di Detroit, poiché dalle tubature continua a filtrare il piombo, e la popolazione locale non può fare altro che mettersi in fila e comprare casse di acqua in bottiglia, in parte elargita gratuitamente dalla guardia nazionale degli Stati Uniti e dalle donazioni di alcune star che si sono mobilitate in favore degli abitanti di Flint. Il rischio però è che la crisi possa allargarsi: secondo alcuni esperti intervistati dai media nazionali, ad essere in pericolo non sarebbero solo le falde idriche alle quali attingono i 100mila abitanti della città, ma la possibilità di contaminazione potrebbe giungere fino a qualsiasi altra grande metropoli situata ad est del Mississippi, a meno di interventi straordinari per scongiurare la catastrofe. Una visione apocalittica che non tutti condividono, ma il timore che Flint possa non essere l’unica città toccata dall’avvelenamento da piombo non è immotivato.
I rischi per la salute
Oltre ai casi già conclamati, si teme che la contaminazione da piombo possa determinare una vera e propria emergenza sanitaria a Flint: il primo cittadino Karen Weaver ha chiesto ulteriori finanziamenti per mitigare l’impatto nocivo e permanente del piombo sulla salute della popolazione autoctona, e nel frattempo tutti i bambini fino a 6 anni sono stati sottoposti a vaccinazioni gratuite per prevenire possibili forme di contagio. Il piombo figura al secondo posto nella lista delle sostanze pericolose indicate dall’ATSDR, Agency for Toxic Substances and Disease Registry, sin dal 1999: è una neurotossina che attraverso il sangue si distribuisce su tutti i tessuti organici, in particolare colpisce reni e sistema immunitario, uccide le cellule cerebrali, ed è particolarmente pericolosa per bambini, anziani e donne incinte, i cui figli rischiano deficit cognitivi permanenti. Un vero colpo di grazia per una popolazione già martoriata da indigenza e forti disagi sociali. Una popolazione che chiede solo il sacrosanto diritto di avere acqua pulita.