Floris intervista Virginia Raggi a DiMartedì: ‘Governare Roma è difficile, datemi tempo’

Virginia Raggi ospite a diMartedì

Giovanni Floris ha intervistato Virginia Raggi a DiMartedì, salotto tv di La7. La sindaca di Roma ha cercato di dribblare le critiche ammettendo che ci sono stati errori di valutazione alla base di alcune nomine poi rivelatesi imbarazzanti (vedi Caso Marra e l’altro eclatante Caso Muraro), ma ha chiarito che governare Roma è molto difficile e per riordinare le cose ha bisogno di tempo. Dunque Raggi ha ribadito di non accettare la logica dei 100 giorni e la gogna mediatica relativa ai suoi presunti ‘insuccessi’. A chi le ha chiesto conto di quanto concretamente fatto finora per la città, la prima cittadina a cinque stelle non ha risposto chiaramente, o meglio ha rivendicato il diritto di avere il tempo e la possibilità di amministrare Roma, definita ”un macchina senza volante e pedali’.

Inutile dire che le sue parole, per l’opposizione, sono state valutate come un goffo tentativo di autoassolversi dalle responsabilità. Il suo ex sfidante alla corsa in Campidoglio, Roberto Giachetti del Pd, ha commentato in romanesco sui social: “A Virgì, sii brava… Ma che risultato da ribaltà, a #Roma stamo ancora ad aspettà che cominci a governà”.

Da quando è stata eletta a sindaca di Roma, Virginia Raggi è stata bersaglio di critiche continue, alimentate anche dalla presunta incompetenza nell’amministrare la cosa pubblica. Accusa, questa, che è spesso rivolta genericamente a tutti gli iscritti al Movimento Cinque Stelle, anche se non manca qualche eccezione (vedi Chiara Appendino a Torino, dove la sindaca grillina è invece molto apprezzata).

E se Chiara Appendino fosse sindaca di Roma?
Chiara Appendino è prima nella classifica dei sindaci in cui Raggi è finita penultima. Cosa succederebbe se Appendino fosse sindaco di Roma? Raggi alla domanda ha risposto: “Una ragazza eccezionale, bravissima. Io credo che ognuno debba fare il sindaco nella propria città”, ribattendo con un pizzico di ironia: “In Italia c’è Mafia Capitale ed è a Roma, non c’è Mafia Sabauda o Mafia milanese. Qui se si vuole governare bisogna opporsi a determinati soggetti che hanno ridotto la città nello stato in cui la vediamo tutti”.

‘I problemi di Roma? Precedenti a questa amministrazione’
Da quando è stata eletta Raggi ha dovuto affrontare diversi problemi, molti dei quali sono ancora irrisolti. A chi gliel’ha fatto notare, la sindaca ha evidenziato che si tratta di problemi ereditati. Ad esempio Marra è stato arrestato ”per fatti precedenti a questa amministrazione. A settembre quando abbiamo fatto la richiesta dei vari certificati dei dirigenti lui risultava completamente pulito. E’ stato commesso un errore, ripeto”. E le famose cimici in Comune che l’avrebbero costretta ad andare a parlare sul tetto? “Non mi risultano”. Anzi, “magari ci fossero così saprebbero che non ci diciamo nulla di eclatante se non come risolvere problemi e sfide, come fanno tendenzialmente gli amministratori”.

Virginia Raggi ospite di Floris

Roma è una ‘macchina senza volante’
“Il nostro obiettivo principale è far ripartire la macchina e fare tutto in maniera corretta. Si può dire che una persona sia capace o meno di guidare la macchina se si trova una macchina pronta a partire. Ma io mi sono seduta su un sedile posato su telaio senza blocchetto di accensione, volante, pedali e cambio. La macchina amministrativa di Roma è uscita da Mafia Capitale a pezzi. Tutti insieme ci stiamo facendo carico di ricostruire la macchina e dopo possiamo metterci a guidare”.

Raggi insiste: ‘Datemi tempo’
“Ci sono stati errori evidenti a tutti, come alcune nomine fatte per errori di valutazione. Sul resto stiamo procedendo come detto in campagna elettorale. Ma il cambiamento ha un prezzo: che talvolta per riportare le cose nella legalità e nella trasparenza delle procedure, con un risparmio di soldi e più qualità nei lavori, ci vuole del tempo. Se mi si imputano errori di tempo o mi si dice che in 6 mesi l’amministrazione non ha rattoppato le buche io dico che questo non è un errore ma un merito. Rifiuto la logica dei 100 giorni. Dare una mano di bianco per far vedere ai cittadini di essere attivi subito spesso non paga perché è fatta spesso con una vernice scadente, con costi maggiori e con procedure che non vanno bene”. Alla domanda se Raggi oggi voterebbe di nuovo per se stessa? L’esponente del M5s risponde: “Sì, e le darei una possibilità, del tempo. Lo stesso tempo che è stato dato agli altri sindaci, prima di parlare”.

Ma cosa sta facendo per Roma?
“L’alternativa non è tra grandi opere e l’immobilismo totale. Noi abbiamo avuto delle amministrazioni precedenti che hanno fatto grandi opere neanche finite, che hanno gravato tutta la collettività di debiti mostruosi per i quali noi oggi abbiamo difficoltà a pagare i servizi per i cittadini, a trovare i soldi per le politiche sociali, per comprare nuovi autobus. Io credo che ci sia una terza via, quella delle opere necessarie”. “Cosa serve alla città? Probabilmente – ha aggiunto – non inaugurare un’altra città dello sport ma magari fare opere di manutenzione stradale; allora concentriamoci su queste, iniziamo dal necessario”.

E se arrivasse un avviso di garanzia?
In quanto all’ipotesi di essere raggiunta da un avviso di garanzia, Raggi è stata chiara: “Gli avvisi di garanzia si ricevono, si leggono e si valutano caso per caso decidendo di conseguenza. Si valuta caso per caso”. “Secondo alcuni giornalisti che ci hanno fatto terrorismo psicologico per tutte le ferie natalizie, io il 9 di gennaio sarei dovuta finire in carcere o appesa sulla pubblica piazza. Oggi (siamo al 17) per quanto mi risulta non sono indagata, sono tranquilla e serena”, ha concluso.

Virginia Raggi

Il contratto con Casaleggio
La Prima Cittadina capitolina ha comunque ottenuto una sorta di vittoria con il ricorso sul suo contratto con Casaleggio rigettato dal Tar, tanto che ha colto l’occasione per infilare un gol nella rete degli oppositori, in nome dell’onestà: “Il contratto è un impegno nei confronti degli elettori. Durante le campagne elettorali ciascuno si presentava con un programma e con un partito politico, poi qualcuno, entrato nelle istituzioni, restava seduto su una poltrona per qualche mese, poi cambiava casacca e idee per le quali era stato eletto. Secondo noi questo non è coerente e onesto nei confronti degli elettori. Noi abbiamo sempre denunciato questo continuo cambio di casacca”. “Noi intendiamo semplicemente – ha sottolineato Raggi – rafforzare questo impegno con gli elettori e dire che se qualcuno a un certo punto del percorso politico non si riconosce più nelle idee che aveva portato avanti dovrebbe avere l’onestà di fare un passo indietro e lasciare il posto a un’altra persona. Noi sfidiamo gli altri politici ad assumersi un impegno del genere”.

Le fratture nel Movimento
Raggi ha smentito poi che vi siano divisioni all’interno dei Cinquestelle, anche se non risponde al giornalista che le domanda se abbia sentito Roberta Lombardi. “Io non sento nel Movimento lo spaccamento che voi descrivete – assicura -. Per me le polemiche politiche non esistono”.

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