L’indagine della Procura di Firenze sulla Fondazione Open era iniziata nel 2019 e sabato 7 novembre 2020 è stata data la notizia che la stessa procura ha iscritto nel registro degli indagati anche Matteo Renzi, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. I tre sono stati invitati a comparire il 24 novembre per l’interrogatorio.
L’ipotesi di reato è il finanziamento illecito ai partiti in relazione ai fondi gestiti dalla fondazione che organizzava la Leopolda. Per la stessa sono già indagati anche l’ex presidente della Fondazione Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai, in quanto componente del consiglio direttivo.
Nella Fondazione Open sarebbero confluiti, tra il 2012 e il 2018, oltre 7,2 milioni di euro in violazione delle norme sul finanziamento ai partiti. All’inizio delle indagini la procura di Firenze aveva ordinato perquisizioni in undici città diverse presso gli uffici di una dozzina di società sulle quali la Guardia di Finanza sta ora indagando.
Secondo il tribunale del Riesame, la Fondazione Open aveva «agito, a prescindere dal suo scopo istituzionale, quale articolazione di partito»: i fondi infatti erano stati utilizzati per finanziare l’attività politica, anziché il partito. Questa tecnica, già usata in precedenza, è in realtà legale, ma i suoi confini non sono chiari: Open aveva per esempio utilizzato i liquidi per pagare le spese di alcuni parlamentari e prestando loro carte di credito e bancomat.
Sabato, ANSA ha dato notizia dell’iscrizione al registro degli indagati per Matteo Renzi, senatore e leader di Italia Viva, Maria Elena Boschi, ex ministra del PD ora deputata di Italia Viva, e Luca Lotti, attuale deputato del PD.
Secondo quanto si apprende nell’invito a comparire, «Bianchi, Carrai, Lotti e Boschi, componenti del consiglio direttivo della Fondazione Open, riferibile a Matteo Renzi (e da lui diretta), articolazione politico organizzativa del Partito democratico (corrente renziana)», avrebbero ricevuto contributi per 7,2 milioni di euro «in violazione della normativa» sul finanziamento ai partiti, «somme dirette a sostenere l’attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana».
Renzi, Lotti e Boschi dovranno quindi presentarsi in Procura il prossimo 24 novembre «per rispondere ad interrogatorio con l’assistenza del difensore di fiducia già nominato».
Matteo Renzi si è recato all’apertura della terza assemblea nazionale di Italia Viva dopo la notizia, dove ha dichiarato che i 7,2 milioni versati a Open sono soldi tracciati attraverso bonifici e in tutta «trasparenza». Ha definito anche un «assurdo giuridico» gli inviti di comparizione. Sul merito dei magistrati dell’inchiesta: «La ribalta mediatica [ai magistrati, ndr] piace più del giudizio di merito»
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