Si è conclusa con un’archiviazione la faccenda relativa ai presunti fondi russi destinati alla Lega, conosciuta come caso Metropol. A deciderlo il gip di Milano, che ha chiuso la posizione di Gianluca Meranda, Gianluca Savoini e Francesco Vannucci, i tre italiani coinvolti nella vicenda. Per i pm, “gli atti emersi dall’indagine, pur risultando inequivocabilmente direzionati verso tale obiettivo, non hanno raggiunto quello stadio di concretezza e effettività idoneo a raggiungere lo scopo”.
Si conclude con un nulla di fatto e l’archiviazione il cosiddetto caso Metropol, che vedeva indagati tre italiani, Gianluca Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci in merito a presunti fondi russi destinati alla Lega. Soddisfazione da parte di Matteo Salvini, che sui social a fatto sapere che “Adesso aspettiamo le scuse di tanti, e prepariamo le querele per molti”.
Il gip di Milano ha accolto la richiesta dei pm, archiviando l’inchiesta che vedeva indagati tre italiani per corruzione internazionale. Sebbene i pubblici ministeri Giovanni Polizzi e Cecilia Vassena ne abbiano ravvisato l’intenzione, gli atti non avrebbero raggiunto lo scopo, e ciò li avrebbe spinti a richiedere la chiusura della loro posizione.
“L’azione si è arrestata in una fase eccessivamente anticipata rispetto alla progressione causale necessaria a integrare gli elementi del tentativo: non è emerso attraverso quali meccanismi la provvista proveniente dalla transazione petrolifera avrebbe finito per finanziare (come ripetutamente esplicitato dagli indagati) la campagna elettorale della Lega” si legge nelle motivazioni con le quali i pm hanno richiesto l’archiviazione.
A decretarne l’archiviazione, anche il fatto che non si è mai riusciti ad arrivare a un nome vero e proprio di un pubblico ufficiale russo destinatario delle presunte tangenti, e di conseguenza non si è mai configurato il reato.
E sulla posizione di Matteo Salvini, già alcuni mesi fa i pm avevano dichiarato come ” Sebbene verosimile che fosse a conoscenza delle trattative portate avanti, non sono mai emersi elementi concreti sul fatto che il segretario della Lega abbia personalmente partecipato alla trattativa, o comunque abbia fornito un contributo causale alla stessa”.
Soddisfazione da parte del vice-presidente del Consiglio, che tramite il suo profilo Twitter ha fatto sapere di attendersi delle scuse e di avere l’intenzione di procedere con delle querele.
Le indagini, durate tre anni e mezzo, sono partite da un incontro e presunta trattativa avvenuto il 18 ottobre 2018 all’hotel Metropol di Mosca tra l’allora braccio destro di Salvini e presidente dell’associazione Lombardia Russia Gianluca Savoini, l’ex bancario Francesco Vannucci e l’avvocato Gianluca Meranda con tre fantomatici intermediari locali per una compravendita di petrolio che avrebbe dovuto riempire con 65 milioni di dollari le casse leghiste.
Benché archiviata, agli atti risultano tuttavia i tentativi fatti, ma poi non portati a termine, di corruzione internazionale e finanziamento illecito, volti a portare nelle casse della Lega somme ingenti da destinare alle elezioni del 2019.
Stando agli inquirenti, a far fallire il progetto, non solo disaccordi e “dispetti” nelle fazioni politiche interne russe, ma anche l’intervento di Marenda che diede l’audio dell’incontro al Metropol ai giornalisti. Circostanze che unite al no di Mosca alle rogatorie dei pm ha quindi portato all’archiviazione della vicenda, dopo più di tre anni di indagini.
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