Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana questa mattina ha parlato della grave situazione in cui si trova ora la città di Milano.
Intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica “Radio anch’io” su Rai Radio 1, ha parato così del capoluogo lombardo “La situazione che a marzo era concentrata su Bergamo ora è concentrata su Milano. La situazione a Milano è ancora grave forse come quella di marzo“.
Fontana nelle scorse settimane si era sempre detto contrario a un eventuale lockdown per la Lombardia e aveva espresso perplessità sulla divisione in fasce del paese. Ha voluto fare chiarezza sulla questione: “Io non ho detto che non volevo accettare la zona rossa, io ho detto che tutte le settimane andrebbero fatte delle valutazioni e pretendevo che si facesse una valutazione anche questa settimana. E invece verrà fatta sabato“.
Ha parlato anche sulla questione trasporti, spiegando che la Regione ha cercato di organizzare un aumento dei mezzi anche se la gestione della rete è principalmente locale e che non è facile da implementare essendo già al 100%.
Impossibile dimenticare il corteo di carri armati che portano via da Bergamo le salme delle vittime del Covid. Un’immagine terribile, simbolo di una città che ha subito molto la pandemia. Ora dunque tocca a Milano, che ha provato a resistere alla chiusura fino all’ultimo.
Ai medici, agli operatori sanitari e sociosanitari di Regione Lombardia,
mi rivolgo a Voi, la prima linea di questa battaglia: un nemico invisibile è tornato a condizionare le nostre vite, ad esercitare pressione sui nostri ospedali, sulle nostre strutture per anziani e fragili, sulle scuole, sui luoghi di lavoro e di socialità.
Regione Lombardia ha adottato misure restrittive della libertà di circolazione dei cittadini, della libertà di impresa e dell’organizzazione dei servizi scolastici, esercitando quella facoltà che le disposizioni governative le riconoscono.
Abbiamo insieme lavorato per fronteggiare l’emergenza e per alleviare le Vostre difficoltà, nella piena consapevolezza che il peso maggiore grava ancora sulle Vostre spalle.
Siamo tutti ancora memori delle grandi perdite subite, degli sforzi compiuti, delle difficoltà affrontate e Voi ne sopportate le conseguenze fisiche e psicologiche. Oggi dobbiamo lavorare insieme e rapidamente, per piegare la curva epidemiologica e più di ieri siamo nelle Vostre mani per reagire con risolutezza.
Abbiamo bisogno del Vostro prezioso contributo di “silenziosi artigiani della cultura della prossimità e della tenerezza”, per citare le parole di Papa Francesco.
L’organizzazione di questi mesi non basta se non è sostenuta dall’aspetto umano di chi è chiamato alla gestione emergenziale; e la vera sostanza di cura, umanità e solidarietà risiede nel Vostro operato.
A Voi, cui noi tutti rimettiamo la difesa della Vita, faccio appello per continuare questa lotta.
Con lo stesso sentimento di stima e fiducia che il mondo intero ha avuto modo di riconoscerVi nei primi mesi dell’anno, rinnovo il mio più profondo rigraziamento.
Attilio Fontana
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