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Forte dei Marmi: Samuel Jackson e Magic Johnson scambiati per migranti

Paura, delusione, rassegnazione. Forse sono queste le prime parole che mi vengono in mente pensando a quanto successo a Forte dei Marmi. Per chi ancora non lo sapesse, perché probabilmente vive in Alaska o in Zimbabwe o magari ha la Tre come operatore telefonico, l’attore hollywoodiano Samuel L. Jackson e l’ex fenomeno della pallacanestro NBA Magic Johnson, che probabilmente se giocasse ancora oggi sarebbe uno dei migliori della categoria, sono stati scambiati da centinaia, anzi migliaia, di persone, sui social, per dei migranti che cazzeggiavano allegramente su una panchina. La bufera, nata per scherzo, è diventata reale e virale.

Tutto nasce da un post di Luca Bottura che crea un meme, riconoscendo ovviamente Earvin Johnson e Samuel Jackson, scrivendo: «Risorse boldriniane a Forte dei Marmi fanno shopping da Prada coi 35 €. Condividi se sei indignato!!!». Una foto che ben presto ha creato stupore, ma che dico, ha creato odio nei confronti di questi due figuranti che, per ignoranza o per pregiudizio, o forse per cataratta, in pochi avevano riconosciuto.

Anche su Twitter diversi personaggi hanno fatto cenno al meme di Bottura, senza citarlo ma solo scippandolo e commentando anche loro in modo sarcastico o ironico il meme. Anche Nina Moric su Facebook ha voluto condividere la creatura di Bottura, condividendone la vena di ilarità ma nei commenti iniziano a manifestarsi i primi segni di squilibrio: la porta dell’indignazione si è aperta e via alle discussioni campate per aria. È bastato un post per creare il putiferio: geni dell’internet che si sono scagliati contro la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che già sui social non è vista per niente bene, e poi ovviamente contro questi presunti migranti che bivaccavano su una panchina, con dei sacchettini di Prada appoggiati per terra, nel centro di Forte dei Marmi. Una vergogna colossale. Logicamente l’italiano, credulone, con pregiudizi, falso e soprattutto ignorante non si è lasciato scappare l’occasione per insultare, insultare e ancora insultare quei due ragazzoni di colore. E anzi, dava lezioni di politica estera e si reinventava sociologo, anche.

Lo stesso Bottura tira le somme del suo, forse involontario, esperimento sociale: «il 40 per cento ha capito la provocazione, il 30 per cento si è indignato davvero – specie tra quelli che l’hanno ciulato senza conoscere la fonte – e un 20 per cento ha creduto che fosse un reale meme razzista e io – dice Bottura – non avessi riconosciuto Samuel Jackson e Earvin Magic Johnson». Cosa, quest’ultima, che peraltro ci può anche stare.

Questo è il risultato di un mondo che è arrivato alla fine dei suoi giorni. Questa è la sintesi di un’Italia che difficilmente riuscirà a eliminare il cancro dell’ignoranza, della negligenza, dell’inettitudine, della cattiveria. Continueremo, cari miei, a convivere con l’ombra dell’italiano medio che ci tira verso il passato. Quello che ogni tanto tira in ballo Mussolini e il si stava meglio quando si stava peggio ma se solo l’avessero vissuto quel periodo si renderebbero conto di quanto oggi siamo fortunati. Qualcuno ci prova, per davvero, a fare qualche passo dentro il futuro della razionalità, della condivisione, della bellezza e del piacere ma poi quell’ombra ti riporta, lentamente, sommessamente e con infima caparbietà involontaria dentro quel passato depresso che non muore mai e non vuole andare via.

Il paese della cultura, dicono. Vero, ma non degli acculturati, non dei cultori. Forse è la paura che crea questi segnali di squilibrio alla massa. Forse sì. I fatti di Barcellona, gli avvenimenti in Finlandia, Germania e in Russia. È ovvio che tutto ciò, se aggiungiamo la questione dell’immigrazione, dei continui sbarchi, dell’Europa che si allontana e non ci da una mano, crea paura, panico, manca un sostegno a cui aggrapparsi. In qualche modo è normale, è quasi accettabile ma non è affatto accettabile né condivisibile il pregiudizio, l’ignoranza e soprattutto l’offesa. Che tra l’altro non arriva da chi era lì presente a Forte dei Marmi ma da chi, invece, dietro una tastiera, si sente in dovere di prendere una posizione non richiesta.

È la fine, o forse solo l’inizio di un decadimento della società. E pensare che con 35 € sia Jackson che Johnson ci si potrebbero pulire il naso, per non essere volgare. E pensare che, con tutta probabilità, a quei due Prada gli regalerà migliaia di abiti per migliaia di occasioni. E pensare che, quei due, Prada probabilmente se la potrebbero comprare, tutta. Ma il punto non è questo. Il punto è che nessuno dovrebbe avere il diritto di indignarsi se una persona riposa su una panchina a Forte dei Marmi.

Fabio Fagnani

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