In un’epoca in cui spopolano i talent, poteva Rai Uno farne a meno? No naturalmente: venerdì 16 gennaio è andata in onda la prima puntata dell’atteso Forte Forte Forte, creazione di Raffaella Carrà e Sergio Japino. Canto, ballo, recitazione, intrattenimento… il talento che uscirà vincitore dal programma dovrà eccellere in tutte queste discipline e avere le carte in regola per essere un vero showman o una vera showgirl.
Che poi verrebbe da chiedersi se davvero la tv di oggi possa offrire spazio a figure di questo tipo o se piuttosto (purtroppo) non risultino un po’ anacronistiche.
Di certo come era prevedibile, in particolare nei primi minuti della puntata, il programma appare alquanto carrà-centrico: è Raffaella a presentare ai concorrenti (e indirettamente al pubblico) il concept, il suo trascorso artistico viene esaltato più volte con immagini di repertorio, è lei la protagonista della sigla. Del resto chi mai potrebbe tenere il timone di un programma che si propone di lanciare talenti a tutto tondo se non una delle più grandi showgirl della storia della tv italiana?! Non a caso il ruolo di conduttore viene affidato ad un volto come Ivan Olita, indiscutibilmente artista poliedrico, capace però di tenere una posizione a tratti quasi defilata; è un tocco leggero il suo, che non entra in conflitto e non si sovrappone alla forza dell’immagine di Raffaella Carrà, che sovrasta innegabilmente anche gli altri tre giudici.
Nel complesso il pregio di Forte Forte Forte è quello di offrire due ore di spettacolo senza dare spazio (almeno per ora) a querelle e battibecchi, né a improbabili esibizioni di fenomeni da baraccone che con l’arte avrebbero ben poco a che vedere ma a cui diversi “talent” ci hanno abituato.
Sulla reale qualità delle performance ci sarebbe poi qualcosina da dire: se alcuni dei concorrenti dimostrano di avere una reale preparazione ed effettive potenzialità, altri sembrano essere ritenuti dai giudici “forti forti forti” più per l’energia (o smania di arrivare?) profusa nelle esibizioni che per vere capacità artistiche.
Impossibile, poi, non avvertire un certo deja vu rispetto ai vari X Factor o Italia’s Got Talent per quanto concerne alcune scelte comunicative come l’impostazione scenografica, la conduzione dal backstage dove amici e parenti dei concorrenti assistono e commentano le performance supportati da Ivan Olita, i montaggi di flash delle esibizioni non andate a buon fine, che regalano un po’ di ritmo in più al programma.
In conclusione, la nuova proposta Rai ha il merito di voler mettere al centro l’esibizione artistica, il desiderio di fare spettacolo, come, del resto, ciascun talent dovrebbe fare. Peccato però non faccia un passo in più per staccarsi da modalità comunicative e di messa in scena già viste, come se non avesse saputo (o voluto) cogliere l’occasione di portare qualcosa di davvero nuovo e fresco.
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