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Forza Italia e Lega Nord: Berlusconi incorona Salvini ma Fitto non ci sta

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Dopo l’investitura di Matteo Salvini a futuro “goleador” del centrodestra, Silvio Berlusconi fa un passo indietro e viene incontro ad alcune richieste arrivate da Raffaele Fitto al termine del consiglio di presidenza. L’affondo dell’europarlamentare è arrivato al cuore del problema: il calo di Forza Italia alle regionali è stato una batosta troppo forte per non mettere in discussione tutto e occorre ripartire dai contenuti, senza essere legati a “qualche Matteo”, che sia Renzi o Salvini. Per questo, Fitto torna a chiedere l’azzeramento dei vertici, ad aprire a primarie e a ripartire dal territorio.

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Né forza Renzi, né forza Salvini. Non possiamo essere sempre gregari”, ha tuonato Fitto. L’incontro, assicura chi vi ha preso parte, si è svolto con toni accesi ma sereni e i due si sono lasciati senza frizioni, con l’accordo di rivedersi per un pranzo di lavoro al più presto, magari già nelle prossime 24 ore. Le richieste dell’europarlamentare sono molte e vanno al cuore del problema di Forza Italia.

Bisogna rimettere tutto in mano agli elettori per avere la partecipazione, altrimenti saranno i nostri alleati a trascinarci alle primarie”, ha spiegato. “Noi dobbiamo anticiparli, per questo ho posto da mesi il tema delle primarie”, insiste, chiarendo che se ci fosse qualcuno più bravo di lui sarebbe anche disposto a farsi da parte, ma che “in ogni caso il centrodestra deve poter scegliere il suo leader con le primarie”.

L’intervento di Fitto deve aver in parte colpito del segno se, poco dopo, è arrivato un primo passo indietro sull’incoronazione di Salvini da parte di Berlusconi. “Le mie frasi sono state strumentalizzate, non ho mai detto che lui è il futuro leader, ho solo detto che è uno dei potenziali leader”, ha chiosato l’ex Cavaliere.

Berlusconi: “Salvini il goleador, io regista”
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Eppure era stato lo stesso Berlusconi a indicare nel segretario della Lega il possibile leader del centrodestra, usando una metafora calcistica per cui Salvini sarebbe stato “il goleador” davanti a lui, “il regista”. Tornato a parlare in pubblico dopo molto tempo in occasione della presentazione del libro di Bruno Vespa “Italiani volta gabbana”, Berlusconi aveva rotto gli indugi per quello che riguarda l’equilibrio del centrodestra italiano, incoronando il segretario della Lega come possibile leader di una coalizione unita, unico modo in cui è possibile tornare a vincere. Lo fa dopo la pesante sconfitta alle Regionali di Forza Italia che hanno visto il Carroccio doppiare il partito degli azzurri in Emilia: basta liti, c’è bisogno di volti nuovi per ricostruire una storica alleanza anche se questo “potrebbe creare malumori a molti”, con un chiaro riferimento ad Angelino Alfano.

L’ex Cavaliere usa una metafora calcistica. Salvini è un “goleador”, una persona in grado di finalizzare il consenso in voti grazie anche alla sua chiarezza espositiva. “Basta euro, basta tasse, basta immigrati”, scandisce Berlusconi. Gli manca, secondo l’ex premier, una visione completa, “una squadra con un centrocampo e una difesa”.

Io non ho ambizioni politiche, a me andrebbe anche bene di fare il vice dopo Salvini, che va bene come attaccante e marcatore, è colui che va in tv e fa i goal, poi però in una squadra conta anche il portiere, il centrocampo e la difesa”, spiega. C’è da mettere in chiaro una cosa: “L’attaccante è il goleador, non significa essere capitano della squadra”, specifica.

Insomma, Salvini va bene per prendere voti, per portare alle urne anche i delusi e gli ex elettori di Forza Italia: è un giovane dalla comunicazione efficace, da contrapporre a Matteo Renzi. Non è però un vero leader in senso lato: nel centrodestra quel ruolo rimane ancora in mano a Silvio Berlusconi che ha una visione più ampia.

Per questo conferma che il patto del Nazzareno non si romperà, smentendo le ultime ricostruzioni arrivate a ridosso dell’ufficio di presidenza di Forza Italia, perché non è un accordo fatto con Renzi, ma “per il Paese che ha bisogno di modernizzarsi”.

Il nodo cruciale rimane l’elezione del Presidente della Repubblica su cui si dovrà trovare un nome condiviso tra maggioranza e opposizione. Berlusconi ha già in mente il suo uomo, lui stesso, ma sa che non potrà perorare la sua candidatura al Colle con Renzi. Lo dice chiaramente: “Ho la profonda convinzione che sarei il migliore presidente della Repubblica, ma non se ne parla nemmeno. Penso però a uno come me”.

Il vero leader rimane sempre lui, spodestato da “un colpo di Stato nel 2011”, ripete l’ex Cavaliere. “Nel mio partito ci sono tante persone che mi vogliono bene, mi considerano un martire e un eroe e agli eroi non si fanno basse critiche di bottega”, ricorda quando gli si chiede di Alfano, l’ex delfino, che è disposto a perdonare per il tradimento.

L’incoronazione di Salvini a nuovo leader del centrodestra sarà difficile da far digerire al vicepremier. Lo stesso Alfano ha espresso la sua contrarietà dal salotto di Vespa a Porta a Porta. Il leader del NCD non è disposto a lasciare la coalizione in mano alla Lega e, dice, non ha bisogno del perdono di Berlusconi perché, con la scissione e l’ingresso nella maggioranza di governo, gli ha evitato di “fare un grande errore”.

Il piano di Berlusconi è però tracciato. I dati delle ultime elezioni sono l’ennesimo campanello d’allarme che non è più possibile ignorare. “Basta divisioni. Dobbiamo puntare a siglare alleanze con tutti i partiti dell’area di centrodestra, anche se allearsi con alcuni di loro può provocare malumori”, spiega l’ex premier. Bisognerà vedere se il suo disegno politico sarà accettato dai suoi, su tutti Raffaele Fitto, e dai possibili alleati.

Lorena Cacace

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