[didascalia fornitore=”ansa”]Un frame tratto dall’intervista di Rudy Guede nel corso della trasmissione ‘Storie Maledette'[/didascalia]
Franca Leosini ha detto la sua su due argomenti molto spinosi: la legittima difesa e la discrezionalità dei giudici. L’amatissima conduttrice di ‘Storie Maledette’ ha ammesso che la questione è controversa e che nonostante sia molto pericoloso avere un’arma in casa, chi si ritrova un ladro all’interno della propria abitazione ha tutto il diritto di sparargli.
Franca Leosini si è occupata dei casi di cronaca che hanno acceso l’opinione pubblica dando voce a chi è stato indicato come ‘colpevole’. Con il programma ‘Storie maledette’ ha tenuto incollati al piccolo schermo milioni di spettatori grazie anche alle sue indiscusse doti dialettiche. Il successo è tale che la conduttrice ha tantissimi fan, detti leosiners, che manifestano continuamente stima e affetto nei suoi confronti. Intervistata da ‘Libero’, Franca Leosini ha raccontato il suo grande impegno nella conduzione di ‘Storie maledette’. Interpellata in merito alla questione della legittima difesa, la giornalista partenopea ha detto la sua.
Franca Leosini esprime la sua opinione sulla legittima difesa
Di omicidi ne ha raccontati e ancora ne racconta tanti offrendo il punto di vista del presunto o meno assassino, ma cosa ne pensa Franca Leosini della legittima difesa?
‘Premetto che avere armi da fuoco in casa è sempre pericoloso (anche se gli omicidi avvengono con le forbici, o i coltelli…), ma credo che chi si ritrovi un ladro in casa e spari, abbia il diritto di farlo, specie se in pericolo di vita. E l’idea che chi ha sparato per difendersi possa essere processato per omicidio, mi terrorizza. Certo, se il ladro scappa e gli spari alle spalle cambia tutto. Ma in genere mi inquieta la discrezionalità del giudice’, ha dichiarato la conduttrice di ‘Storie maledette’.
La Leosini ha approfondito anche quest’ultimo punto, ovvero la discrezionalità del giudice, esprimendo un’opinione che la giornalista ha maturato anche grazie al programma che conduce. ‘Io credo nell’autorità giudiziaria e rispetto la legge, ma in 24 anni di Storie Maledette mi colpisce la disparità di valutazione dei giudici a parità di reato’, ha ammesso.
Di casi di cronaca ne ha raccontati molti e così la Leosini ha arricchito la sua argomentazione con alcuni esempi: ‘È vero che i crimini non sono mai sovrapponibili, però non capisco perché a Parolisi, che ha ucciso la moglie con 29 coltellate, hanno ridotto la pena a 18 anni, mentre a Cosima e Sabrina Misseri, che hanno ucciso Sarah Scazzi senza premeditazione né vilipendio di cadavere, sia stato dato l’ergastolo’, ha spiegato.
Franca Leosini e l’impegno in Storie Maledette
‘Storie Maledette’ è un programma che Franca Leosini cura a tutto tondo, ‘mi assorbe per 10 ore al giorno’, ha raccontato la giornalista che non ha quindi tempo per altri impegni. È per questo che la Leosini concede poche interviste e non partecipa ai talk show.
‘Studio i casi come un chirurgo davanti al tavolo operatorio. E non studio mai i killer professionisti’, ha rivelato. Tra le qualità più apprezzate della giornalista, certamente la sua dialettica.
‘Io le parole non le uso, le posseggo, Sono state fatte anche tesi di laurea sul mio lessico. E poi, come napoletana, sono visionaria […] Un congiuntivo storto per me è uno schiaffo in faccia’, ha confessato.