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Franca Valeri di anni ne ha novantaquattro e da circa settanta calca il palcoscenico. Ironizza sulla morte e sulla malattia, un tremito ereditario e non il Parkinson, come le è stato attribuito altre volte: di certo una delle due per forza di cose la fermerà, ma lei non si abbatte e del teatro, della scena e dello spettacolo fa il suo toccasana personale. In questi giorni è a Roma col nuovo spettacolo Cambio di cavalli e in un’intervista scopriamo le sue contraddizioni: ‘I vecchi si rincitrulliscono, ma non è il mio caso’, anche se ammette che ‘non posso escludere di morire in scena’.
Di primo acchito sono parole che spiazzano, ma si scopre presto che in tutto questo c’è dell’ironia e anche un pizzico di saggezza. Oggi, infatti, sulle pagine del Fatto Quotidiano, l’attrice sembra supporre con estrema eleganza le paure altrui, di chi ogni giorno crea insieme a lei una squadra di lavoro:
‘Forse hanno paura che muoia sul palco ed è tecnicamente possibile, anche se ricordo che può accadere a tutti. O forse – ha spiegato – temono che non arrivi in fondo alla recita, ma per ora ho sempre visto tirare il sipario’.
L’attrice, il cui vero nome è Franca Maria Norsa, nata a Milano, si gode l’età dell’eterna giovinezza e pensa al teatro, diretta da Giuseppe Marini per lo spettacolo Cambio di Cavalli. La morte, però, tema ricorrente dell’intervista, sembra non spaventarla: ‘Se hai la fortuna di vivere a lungo – ha aggiunto – comporta un problema insormontabile: che gli altri muoiono e tu rimani solo’.
Infine, sul suo conto, all’età di 94 anni tiene a precisare: ‘Mi sono operata all’anca e non ho una grande mobilità, ma non sono rincretinita. I vecchi rincitrulliscono – ha concluso – e in alcuni casi il processo comincia molto presto. Però non è il mio caso. Bisogna applicarsi. Leggere. Studiare’, ha fatto sapere.