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Francesco Totti e il discorso d’addio: “Ora ho paura”

Un discorso lungo, impregnato di parole pesanti. E’ quello che Francesco Totti ha letto dopo Roma – Genoa, dando il suo addio alla maglia giallorossa, in uno stadio Olimpico pieno di gente in lacrime. Attorniato dai tre figli e con la moglie Illary Blasy vicino, il capitano ha iniziato parlando a braccio, per poi leggere ciò che aveva preparato a tavolino insieme alla showgirl. “Ho scritto, abbiamo scritto una lettera per voi, non so se riuscirò a leggerla, ci provo. Se non la finisco, la finirà mia figlia Chanel che non vede l’ora di leggerla”.

Inizia così la lunga missiva che il numero 10 dedica a tutti, ma in particolare alla famiglia, ai compagni e ai tifosi: “Grazie Roma, grazie mamma e papà, grazie a mio fratello, ai miei parenti, ai miei amici, a mia moglie e ai miei tre figli. Ho voluto iniziare dai saluti perché non se se riuscirò a leggere queste poche righe. E’ impossibile raccontare 28 anni di storia in poche frasi. Mi piacerebbe farlo con canzoni e poesie”.

Francesco Totti e il maledetto tempo

Francesco Totti non avrebbe mai voluto arrivasse il momento dell’addio, a 40 anni: “Sapete qual era il mio giocattolo preferito? Il pallone, e lo è ancora, ma a un certo punto della vita si diventa grandi. Così mi hanno detto e il tempo ha deciso. Maledetto tempo… E’ lo stesso tempo che, il 17 giugno del 2001, avremmo voluto passasse in fretta. Non vedevamo l’ora di sentire l’arbitro fischiare tre volte. Oggi questo tempo mi ha bussato sulle spalle e mi ha detto: ‘Domani sarai grande’, levati gli scarpini perché da oggi sei un uomo e non potrai sentire l’odore dell’erba così da vicino, il sole in faccia, l’adrenalina che ti consuma e la soddisfazione di esultare”.

Continua Totti: “Mi sono chiesto in questi mesi perché mi stiano svegliando da questo sogno. Avete presente quando siete bambini, state sognando qualcosa di bello e vostra madre vi sveglia per andare a scuola? Mentre voi volete continuare a dormire e provate a riprendere il filo di quella storia e non ci si riesce mai? Stavolta non era un sogno, ma la realtà. Voglio dedicare questa lettera a tutti voi, ai bambini che hanno tifato per me, e a quelli che oggi sono diventati padri e gridano ancora Totti gol. Mi piace pensare che la mia carriera sia per voi una favola da raccontare”.

Francesco Totti e la paura

Francesco Totti, l’uomo del cucchiaio e dei 250 gol in serie A con la maglia della Roma, procede spedito, interrotto solo dagli applausi e dai cori dell’Olimpico: “Mi levo la maglia per l’ultima volta, la piego per bene anche se non sono pronto a dire basta e forse non lo sarò mai. Scusatemi se in questo periodo non ho chiarito i miei pensieri, ma spegnere la luce non è facile. Adesso ho paura, non è la stessa cosa che si prova davanti alla porta prima di un calcio di rigore. Concedetemi un po’ di paura, stavolta sono io ad aver bisogno di vuoi e del vostro calore, quello che mi avete sempre dimostrato”.

Dagli spalti partono i cori, ‘Noi non ti lasceremo mai’, lui ricomincia: “Solo con il vostro affetto riuscirò a buttarmi in una nuova avventura. Voglio ringraziare tutte le persone che hanno lavorato accanto a me in questi anni, i tifosi, la Curva Sud, un riferimento per noi romani e romanisti. Nascere romani e romanisti è un privilegio, fare il capitano di questa squadra è stato un onore. Siete e sarete sempre nella mia vita. Smetterò di emozionarvi con i piedi, ma il mio cuore sarà sempre con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio che mi ha accolto che ero un bambino e lascio adesso che sono un uomo. Sono orgoglioso e felice di avervi dato 28 anni di amore, vi amo!”.

Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli è stato collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e sport.

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