La Francia ha adottato una nuova legge sulla prostituzione che punisce i clienti delle prostitute con multe dai 1.500 ai 3.500 euro. Non sono mancate le polemiche in particolare da parte delle stesse prostitute. La Francia ha fatto suo il modello della Svezia, il primo paese che nel 1999 ha imposto sanzioni onerose per i clienti del sesso a pagamento.
La legge prevede che chi viene colto ‘sul fatto’ dovrà pagare una multa di 1500 euro, se poi viene beccato una seconda volta l’ammenda sale a 3750 euro, in più il magistrato potrà imporre al cliente un corso “di sensibilizzazione sulle condizioni della prostituzione”. Abolita così la proposta di Nicolas Sarkozy del 2003 che prevedeva il reato di adescamento e la creazione di percorsi di uscita per le prostitute con “accompagnamento di inserimento sociale e professionale”.
La nuova normativa è stata fortemente voluta da una deputata socialista, Maud Olivier e prevede anche l’istituzione di un fondo di 4,8 milioni di euro all’anno per sostenere tutte le prostitute che desiderano uscire dal giro. La legge prevede anche aiuti per le donne prive di permesso di soggiorno, le quali potranno ottenere sei mesi rinnovabili se pronte ad impegnarsi “in un percorso di uscita dalla prostituzione e di inserimento sociale e professionale” (il 90% delle prostitute in Francia è clandestina). Alcune delle polemiche riguardano proprio gli aiuti previsti per tutte le donne che vogliono cambiare vita: in Francia ci sono più di 30 mila prostitute e 4,8 milioni sono davvero pochi per aiutarle tutte. Molte le prostitute accorse davanti al Parlamento per protestare con striscioni rivolti ai politici e in difesa dei loro clienti.
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A sostegno della protesta anche molte associazioni: “Chi può se ne va all’estero e le altre cercheranno dei mediatori per metterle in contatto con i clienti” ha commentato ad esempio Morgane Merteuil del sindacato delle prostitute STRASS. Felice del provvedimento il primo ministro Manuel Valls: “Si tratta di un progresso maggiore per il rispetto della persona umana e i diritti delle donne”. Dopo Francia e Svezia sembra che anche Islanda e Norvegia vogliano imporre multe e restrizioni al fine di reprimere la prostituzione.
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