A partire da questa notte sono in corso delle manifestazioni contro la riforma delle pensioni di Macron e della premier Borne.
Sono previste in tutto il Paese centinaia di proteste in un evento paragonato al movimento dei gilet gialli che bloccò il Paese nel 2018, provocando scontri anche oltre la Francia.
Come ai tempi dei gilet gialli, è scattata questa notta una grande protesta con blocchi stradali in diverse strade provinciali. Stavolta le accuse sono verso la riforma sulle pensioni di Emmanuel Macron e della premier Elisabeth Borne.
In tutta la Francia sono previsti centinaia di eventi contro la legge che vuole elevare l’età minima pensionabile da 62 a 64, ma non è niente ancora, infatti secondo alcune stime si prevede che più di un milione di persone si riverseranno nelle piazze in queste ore.
Si marcia nelle strade francesi per opporsi all’aumento dell’età minima pensionabile e a sostenere la protesta sono le sigle sindacali Cgt, Fo, Cfdt, Unsa, Fsu e Solidaires.
Queste hanno organizzato oltre 260 manifestazioni in Francia contro il progetto del governo, una protesta già annunciata nella giornata di ieri, che ha portato a uno stop dei trasporti e ovviamente a molti disagi per gli automobilisti.
Si tratta del sesto giorno di agitazioni contro la riforma pensionistica, quello che è stato definito come il martedì nero, che conclude 5 giornate di mobilitazione iniziate a gennaio.
Lo scopo dei sindacalisti è quello di mettere in ginocchio il Paese per evidenziare un problema che dovrebbe interessare tutti, anche coloro che non hanno il coraggio di scendere in piazza.
Mentre il governo continua con l’approvazione in Senato della suddetta riforma, vanno avanti anche i disordini e il portavoce Olivier Véran è stato molto duro, ha infatti fatto una distinzione fra coloro che hanno l’intento di bloccare il Paese e chi vuole solo contestare la decisione manifestando civilmente.
Pesanti disagi, come annunciato ieri, si stanno verificando in tutti i settori pubblici, tanto che le autorità hanno raccomandato per chi vuole lavorare, lo smart working.
Ed è solo l’inizio, infatti è prevista una settimana nera per i trasporti. Il ministro del settore, Clement Beaune ha dichiarato che oggi sarà una delle giornate più difficoltose.
In realtà alcuni disagi ci sono stati già ieri, infatti dalle 19 la circolazione ferroviaria era ridotta a circa un treno su cinque. Anche oggi i treni saranno molto pochi ma per la metropolitana lo scenario non è migliore, infatti la maggior parte delle linee di Parigi vedrà il traffico limitato nelle ore di punta.
Altre conseguenze si avranno per quanto riguarda le attività commerciali, che oggi hanno le serrande chiuse ma c’è anche il fermo dei cantieri, i pedaggi aperti e come abbiamo detto strade totalmente bloccate. Molti oppositori cercheranno di prolungare le agitazioni anche nella giornata di domani.
In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna infatti saranno molte le manifestazioni e gli scioperi che ci saranno in tutto il mondo per dire no al femminicidio e alle violenze di genere, questo si unirà appunto ai motivi della protesta di oggi.
L’abbiamo citata a inizio articolo ed è doveroso ricordarla per capire di cosa stiamo parlando. La protesta dei gilet gialli si è tenuta nel 2018 in Francia, ma ci sono state manifestazioni pacifiche anche in altre nazioni.
Il movimento dei gilet gialli, dal nome appunto dei giubbottini catarifrangenti indossati dai manifestanti, era nato per dire no all’aumento dei prezzi del carburante e in generale per il carovita.
La protesta ha unito tutte le classi lavoratrici, che chiedevano una diminuzione delle tasse sul carburante e la reintroduzione della tassa di solidarietà sulla ricchezza. Ancora, le persone scese in piazza in una delle più grandi mobilitazioni di sciopero in Francia, chiedevano un aumento dei salari minimi.
Insomma condizioni in cui purtroppo versiamo anche oggi ma per cause diverse, in primis la guerra in Ucraina.
Tornando alla protesta di oggi, al momento non abbiamo segnalazioni di interventi da parte delle forze dell’ordine per sedare particolari azioni violente, ma ci si aspetta che la situazione possa degenerare da un momento all’altro.
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