La Corte d’appello francese ha negato l’estradizione richiesta dall’Italia per i 10 ex terroristi arrestati nel 2021 attraverso l’operazione “ombre rosse”.
Dunque la Corte d’appello di Parigi ha negato la richiesta di estradizione fatta dall’Italia, nei confronti degli ex brigatisti italiani, arrestati nell’aprile 2021 attraverso l’operazione “ombre rosse”.
La Chambre de l’Institution della Corte d’appello francese ha giustificato la decisione appellandosi agli articoli 8 e 6 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, sul rispetto della vita privata e familiare e sul giudizio in contumacia.
La Chambre de l’Institution della Corte d’appello di Parigi ha stabilito che i 10 ex terroristi non potranno essere estradati in Italia. Questo è stato deciso sulla base degli articoli 8 e 6 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Le motivazioni nello specifico verranno rivelate nei prossimi giorni.
Alla lettura della sentenza in aula i presenti non si sono trattenuti nell’esprimere gioia e soddisfazione per la decisione presa dalla Corte d’appello francese. Soprattutto tra i protagonisti della vicenda, i quali si sono scambiati abbracci e sorrisi colmi di commozione.
Gli anni di piombo rappresentano una ferita ancora aperta per l’Italia..
Nell’aprile 2021, su richiesta dell’Italia, vennero arrestati 10 ex brigatisti in Francia, sulla base di un operazione denominata “ombre rosse”. Nell’ambito di ombre rosse, la Direzione centrale dell’Antiterrorismo italiano e quella dell’Antiterrorismo francese hanno collaborato per consegnare questi criminali alla giustizia.
L’arresto dei 10 ex terroristi è avvenuto grazie alla decisione del presidente Emmanuel Macron di trasmettere alla procura francese la lista di nomi offerta dall’Italia. Lista contenente originariamente circa 200 nomi di gente che durante gli anni di piombo si è macchiata di crimini contro l’umanità e terrorismo.
I ricercati si erano ormai stabiliti in Francia da anni, in quanto “protetti” dalla cosiddetta dottrina Mitterand, la quale gli permetteva di sfuggire alla giustizia italiana. Almeno fino alla decisione di Macron.
Tra i detenuti vi sono: Giorgio Pietrostefani, 78 anni, identificato come uno dei fondatori di Lotta Continua e come uno dei mandanti dell’omicidio Calabresi.
Roberta Cappelli, 66 anni, condannata all’ergastolo per ben tre omicidi: quello di Enrico Galvaligi, generale dei carabinieri (1980), Michele Granato, agente di polizia (1979) e del Vicequestore Sebastiano Vinci (1981).
Giovanni Alimonti, 66 anni, ex membro delle brigate rosse, condannato a 6 anni per il tentato omicidio di Nicola Simone, un ex poliziotto.
E anche Enzo Calvitti, 67 anni, condannato a 18 anni di carcere per associazione a scopi terroristici e banda armata.
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