Il presidente francese François Hollande rinuncia all’Eliseo: ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni presidenziali in Francia del 23 aprile 2017. Mai un presidente francese aveva rinunciato al secondo mandato, se non costretto dall’età o da una malattia. Sarà che da tempo era diventato il presidente più impopolare di sempre, ma il socialista Hollande ha detto basta. Lo storico annuncio è arrivato giovedì sera in diretta tv dal salone dell’Eliseo: “Sono cosciente dei rischi di una decisione che farebbe correre una candidatura che non riuscirebbe a raccogliere abbastanza consensi, ho quindi deciso di non candidarmi alla rielezione, al rinnovo del mio mandato”.
“Fra cinque mesi dovrete fare una scelta per il Paese. Come presidente della Repubblica devo dirigere lo Stato e ho la responsabilità di assicurare la sicurezza delle istituzioni fino alla fine del mandato – ha continuato – ma come socialista non posso accettare la dispersione della sinistra, la sua distruzione, perché priverebbe i cittadini di ogni speranza di vincere di fronte a conservatori ed estremismo”. Riferimento ai candidati del centrodestra e della destra nazionalista alle prossime elezioni, rispettivamente François Fillon e Marie Le Pen.
Un annuncio che forse non stupisce più di tanto: i francesi da tempo avevano infatti ripudiato Hollande e, a sinistra, gli preferiscono il primo ministro Manuel Valls. Secondo Le Monde la popolarità di Hollande è in calo costante dal 2013 e oggi solo il 15% dei francesi ha fiducia in lui. Secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Odoxa, inoltre, ben il 74% degli elettori di sinistra gli preferiscono Valls.
Perché Hollande è il presidente più impopolare di sempre?
Già il mandato era partito sotto una cattiva stella. A spianargli la strada dell’Eliseo le grane giudiziarie del principale avversario alle primarie di centrosinistra del 2011. Quel Dominique Strauss-Kahn che faceva sognare i socialisti ma che finì in prigione a New York con l’accusa di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera di un albergo. Ai più scaramantici non sono inoltre passati inosservati altri due tristi presagi. Nel giorno dell’investitura all’Eliseo il diluvio universale inzuppò il povero Hollande. Il cui aereo fu colpito da un fulmine mentre raggiungeva Angela Merkel a Berlino, costringendolo a un atterraggio di emergenza.
Nonostante si fosse presentato come il presidente “normale” che va in giro in motorino, in contrasto agli sfarzi del predecessore Nicolas Sarkozy, il bilancio del mandato di Hollande non può considerarsi positivo. Secondo molti analisti non ha rispettato le aspettative dei francesi: avrebbe peccato di dilettantismo e non avrebbe mantenuto le promesse di risollevare la Francia dal punto di vista sociale ed economico. Avrebbe inoltre pagato una comunicazione politica scadente e un eccessivo autoritarismo (giustificato anche dagli attentati). “Le speranze dei francesi sono state deluse – ha spiegato a giugno 2016 Bruno Cautrès, analista francese e ricercatore in affari politici presso il CNRS – Si nota ben presto una mancanza di preparazione all’incarico presidenziale, esitazioni in varie situazioni e infine un susseguirsi di tattiche politiche effimere che hanno come obiettivo solo quello di prendere tempo. Di fronte a una crisi economica senza precedenti, Hollande inizialmente ha cercato di usare i vecchi rimedi di Mitterand per poi adottare una strategia autoritaria che è riuscita a rendere l’attacco di Sarkozy alle libertà pubbliche quasi insignificante”. Nonostante qualche riforma importante come quella sulle nozze gay, la maggioranza dei francesi gli imputano i flop nella lotta alla finanza, al rigore economico di Bruxelles e alla disoccupazione.
I momenti più difficili della presidenza Hollande
Tra i momenti più difficili della sua presidenza c’è lo scandalo a sfondo sessuale. A gennaio 2014 il settimanale Closer ha sbattuto in prima pagina le foto del presidente mentre in motorino si accingeva a raggiungere l’amante, l’attrice francese Julie Gayet. La compagna ufficiale Valérie Trierweiler è stata ricoverata a Parigi per un malore in seguito alla notizia del tradimento e alla pubblica umiliazione.
La rivolta sociale, con i violenti scontri scoppiati nel Paese in seguito al Jobs Act, la riforma del lavoro francese nel 2016. L’emergenza profughi e la Giungla di Calais. E, ovviamente, gli attentati terroristici che hanno colpito la Francia. 7 gennaio 2015: i terroristi islamici hanno aperto il fuoco presso la sede della rivista satirica Charlie Hebdo, rea di aver offeso l’Islam, uccidendo dodici persone. 13 novembre 2015: i fanatici dell’Isis hanno seminato terrore e morte a Parigi, tra il teatro Bataclan, lo Stade de France e tre ristoranti, trucidando 130 persone. 14 luglio 2016: terrore a Nizza dove un uomo, alla guida di un tir, ha fatto strage sul lungomare investendo e ammazzando 87 persone. Il terrorismo rappresenta il fardello più grosso per il suo successore. Del resto Hollande lo aveva detto: “Siamo in guerra”.
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