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Francia sotto attacco: perché è già il secondo attentato nel Paese?


Un nuovo attentato sconvolge la Francia. Vari sono stati gli episodi violenti che hanno interessato questo Paese, a partire dalla raffica di sangue che ha coinvolto la redazione di Charlie Hebdo. Sembra che dietro a tutti questi episodi ci sia l’odio nei confronti di un particolare obiettivo rappresentato proprio dallo Stato francese. Non possiamo che rimanere a chiederci perché stia accadendo tutto questo, quali sono le ragioni che spingono a queste minacce. Probabilmente un altro attentato di matrice islamica, che non è stato ancora confermato con sicurezza, ma è chiaro che la presenza di un drappo dello Stato Islamico sventolato, quasi osteggiato, faccia pensare proprio all’Isis.

La Francia è stata sempre un Paese di immigrazione, che non sempre è stata gestita nel migliore dei modi. Si tratta di emarginazione, di motivi di odio ben più profondi, che si nascondono dietro la facciata dell’estremismo? O l’estremismo non è soltanto una facciata, ma il motivo “incontrollato” che sta portando a questa serie di violenze?

D’altronde c’è una motivazione geopolitica che sta alla base di tutto. La Francia è uno dei due Paesi europei, insieme alla Gran Bretagna, che ha deciso di contribuire ai bombardamenti delle postazioni dell’Isis in Iraq. Arrivano direttamente dai vertici dell’Isis gli imperativi ai lupi solitari presenti in Europa, un appello comune a questi “fratelli” di unirsi alla lotta, come quella che viene portata avanti in Siria e in Iraq.

Non possiamo dimenticare e non possiamo affatto ignorare che in Europa sono presenti dei seguaci, che sentono molto il legame con gli estremisti. Attaccare la Francia potrebbe essere proprio il modo per rilanciare la lotta. E non si tratta soltanto di progettare di avvelenare l’acqua, come è stato fatto per l’avvelenamento dei pozzi in epoca romana, per far vivere nel terrore il nemico. Si tratta di qualcosa di più concreto, di veri episodi di violenza che esplodono all’improvviso.

Non più soltanto una minaccia che possa portare ad una paura subdola, ma la dimostrazione ben evidente che qualcosa si sia spezzato tra l’Oriente e l’Occidente, che la lotta è già iniziata, anche se qualcuno sembra non accorgersene. E’ una sorta di “grammatica del terrore”, fatta passare attraverso messaggi che vogliono significare molto.

Proprio ora, quando tutta l’Europa è scossa dal problema dei rifugiati, che arrivano nel nostro Paese e vorrebbero passare proprio in Francia, ha ancora senso bloccare quelle frontiere con lo Stato francese o sarebbe più saggio adoperarsi per gestire meglio l’immigrazione e non commettere più errori, per non promuovere ancora di più l’odio?

Giorgio Rini

Giorgio Rini è stato collaboratore di Nanopress dal 2014 al 2017, occupandosi principalmente di politica, cronaca e spettacoli.

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