C’è stato un incontro fra governo e sigle sindacali ma è stato un fallimento e oggi si scende di nuovo in piazza in Francia.
Non si è raggiunto il dialogo e il colloquio che si è tenuto a Palazzo Matignon fra gli esponenti dei sindacato e il governo, è durato solo 55 minuti. Dopodiché i sindacalisti si sono alzati e sono usciti dall’ufficio.
È un periodo agitato quello che si sta vivendo in Francia, dove le maggiori sigle sindacali proclamano scioperi per protestare contro la recente riforma sulle pensioni, che prevede un cambiamento molto importante, ovvero l’innalzamento dell’età minima pensionabile da 62 a 64 anni.
Domani i cittadini scendono di nuovo con presidi nelle piazze e si tratta dell’undicesima volt da quando Macron ha preso le decisioni. Stavolta c’è di nuovo che il governo ha tentato di instaurare un dialogo con i sindacalisti ma non è andato affatto bene.
A palazzo Matignon c’è stato un incontro che non è durato nemmeno un’ora, terminato con i rappresentanti di 8 sigle sindacali, che si sono alzati e se ne sono andati. La premier Elisabeth Borne non ha raccolto la richiesta del ritiro della legge che aumenta l’età minima.
A riferire l’andamento dell’incontro di oggi è stato in prima battuta il leader della Cfdt, Laurent Berger, definendo questa giornata un totale fallimento. Domani i cortei tornano nelle piazze. Dopo 3 mesi di lotta in cui le manifestazioni si interrompono e poi ripartono, da entrambe le parti c’è molta stanchezza ma nessuno vuole fare un passo indietro e nemmeno nella direzione della parte opposta, come abbiamo visto oggi.
Le opposizioni e i sindacalisti parlano di governo ottuso che non riesce a capire la difficoltà dei lavoratori in questo momento, tuttavia è arrivata una piccola speranza dal primo ministro Borne, che ha detto poche parole:
“non proseguo senza i sindacati”
questo potrebbe significare tutto e le sue parole non sono state seguite da altre dichiarazioni. Molti parlano che potrebbe essere un annuncio di dimissioni ma non c’è certezza. Quello che è chiaro al momento è che non è possibile raggiungere un accordo con coloro che stanno organizzando le manifestazioni, quindi queste continueranno.
È sicuro viaggiare a Parigi in questo momento Forse non è il periodo migliore perché la città è presa d’assalto dai manifestanti che quasi tutti i giorni la bloccano con le proteste contro la riforma sulle pensioni.
Il sindacalista Berger è stato l’uomo al quale tutti quelli della maggioranza guardavano per una possibile apertura nel muro di opposizione ma è stato proprio lui a decidere la fine dell’incontro di oggi.
“a un certo punto la prima ministra ci ha detto chiaramente he non avrebbe fatto passi indietro sulla riforma”.
Anche il sindacalista Frédéric Souillot, segretario di Force Ouvrière ha confermato questo dettaglio chiedendo per domani ai francesi di par sentire le proprie ragioni e lanciando un appello in cui chiede una fortissima mobilitazione nelle piazze ma anche attraverso gli scioperi.
Parole dure da Berger, che ha parlato di grave crisi democratica ma anche da Sophie Binet, leader della Cgt, che ha definito l’incontro inutile, sottolineando che la mobilitazione continuerà perché questa riforma ha un livello di rifiuto altissimo nel Paese e in questo modo non entrerà mai in vigore nonostante il pugno duro del governo.
Ci sono però pareri contrastanti sull’incontro di oggi, ad esempio Borne ha detto che si è trattato di un dialogo rispettoso in cui ognuno si è espresso e ha ascoltato la parte opposta. I disaccordi però non hanno consentito di discutere in maniera approfondita.
“credo che questa riunione segni però una tappa importante. io resto disponibile e non voglio andare avanti senza i sindacati”
Domani ci sarà l’ennesimo appuntamento nelle piazze, a una settimana dall’ultimo che aveva fatto emergere una diminuzione dei partecipanti ai cortei. Ora però le stime indicano una grande affluenza, di nuovo. La partenza sarà da Les Invalides, direzione place d’Italie.
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