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“I rapporti tra finanza lecita e criminalità organizzata permettono alla criminalità organizzata di tipo mafioso di essere quello che è oggi nel nostro Paese”. Lo ha affermato con convinzione il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, in occasione della presentazione del libro-intervista Lo Spallone di Fabrizio Capecelatro, giornalista di NanoPress, a Ciro Mazzarella, il re del contrabbando.
“Se non ci fossero questi rapporti, – ha proseguito il Procuratore Nazionale Antimafia durante la presentazione con Gigi Di Fiore – non ci sarebbe più criminalità mafiosa in Italia. Sono, infatti, esattamente questi rapporti che bande di malavitosi possano, entrando in rapporti con l’economia lecita, riciclare i loro proventi, offrire i loro servizi e quindi strutturarsi e potenziarsi”.
Ne ‘Lo Spallone’, infatti, Ciro Mazzarella testimonia il coinvolgimento delle multinazionali del tabacco nel mercato nero di sigarette. E il Procuratore Roberti conferma: “L’esempio che viene descritto nel libro è molto calzante: le multinazionali del tabacco hanno convenienza che un terzo della loro produzione vada in nero e quindi venga alienato ai contrabbandieri. Il vantaggio è costituire fondi neri utili per la corruzione, che è l’essenza delle attività illecite dell’economia legale”.
Ma quello il ruolo delle multinazionali nel contrabbando non è, in realtà, l’unico esempio. “L’affare rifiuti non è monopolio della camorra, ma in realtà è un delitto di impresa: il traffico organizzato di rifiuti presuppone che ci sia un imprenditore disonesto che per risparmiare sui costi di smaltimento si rivolge al camorrista. Se non ci fosse l’imprenditore disonesto non ci sarebbe neanche offerta da parte di chi smaltisce illegalmente i rifiuti. E quindi tutta la tragedia dei rifiuti in Campania nasce proprio da questo rapporto perverso di imprenditori di tutto il paese e anche stranieri e criminalità organizzata”.
“La corruzione – ha concluso il Procuratore Nazionale Antimafia – è un grande reato contro l’economia, perché altera la concorrenza facendo pendere la bilancia delle scelte amministrative da un lato o dall’altro, e quindi provoca uno scadimento anche qualitativo dei prodotti e dei servizi che vengono offerti. La percezione della corruzione scoraggia, inoltre, gli investitori onesti”.
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