Truffa via e-mail per frequentatori assidui di siti porno: richiesto pagamento di 1.200 euro per non pubblicare foto compromettenti degli interessati.
Hanno frequentato siti pornografici per poi essere stati ricattati. È accaduto a Sulmona, in provincia de L’Aquila. Nei fatti, sono coinvolte molte ragazze di giovane età che hanno ricevuto un e-mail in cui si intimava ai malcapitati di pagare subito 1.200 euro, in bitcoin, altrimenti le loro foto, in atteggiamenti compromettenti, sarebbero finite in rete.
Diversi frequentatori abituali e assidui di siti pornografici hanno ricevuto, via e-mail, una richiesta di pagamento, pari a 1.200 euro, da truffatori che minacciavano di divulgare le loro immagini compromettenti, riprese dalla videocamera del loro computer, se non avessero pagato la somma richiesta mediante bitcoin.
Gli hacker, dunque, continuano ad attuare quello che viene definito il sextortion, ossia l’estorsione di denaro facendo leva sulla navigazione che gli utenti mettono in atto in portali a luci rosse.
La polizia postale, però, è stata allertata da numerose segnalazioni di e-mail truffa in cui si richiedeva la somma per evitare la diffusione di materiale fotografico sensibile che riguardava i diretti interessati.
Come per le e-mail che si ricevono da parte di fantomatiche polizie che richiedono la nostra attenzioni o da sedicenti benefattori, anche nel caso delle comunicazioni di posta elettronica in cui si ricatta per avere soldi in cambio di silenzio, si tratta di truffa.
Diffidate, qualora riceviate e-mail che sono palesemente inviate al fine di estorcere solamente soldi ai malcapitati di turno.
Di solito, viene detto all’utente che l’hacker in questione è riuscito a fare accesso sui dispositivi che il ricevente usa per collegarsi in rete e che, da allora, ha controllato tutte le attività svolte, comprese quelle verso i siti porno.
Inoltre, è richiesto un pagamento di diverse migliaia di euro, affinché presunte immagini compromettenti non vengano diffuse in internet. Il malintenzionato informa l’utente che, grazie a un Trojan, ha monitorato la sua navigazione, scoprendo che era un assiduo frequentatore di siti a luci rosse.
Pertanto, chiede riscatto, affinché suoi filmati compromettenti non vengano diffusi ai più in rete. Se si vuole evitare tutto ciò, allora il malcapitato ha 48 ore per effettuare il pagamento se non vuole avere problemi. Se riceveste tale e-mail, siete invitati a sporgere denuncia alla polizia postale che provvederà a rintracciare i truffatori tramite gli indirizzi web ad essi connessi.
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