Con l’approvazione del decreto Lavoro è stato innalzato il tetto dei fringe benefit fino a 3.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli. Scopriamo a chi spetta e come fare domanda.
La decisione presa dal governo in merito ai fringe benefit ha creato non poche polemiche sul gap che viene a crearsi tra i lavoratori con e senza figli a carico. Con questa decisione l’esecutivo conferma ancora una volta la sua volontà di sostenere economicamente le famiglie che hanno figli a carico. Ne sono una valida conferma altre misure, tra cui l’assegno unico ed universale e la carta spesa acquisti, che entrerà in vigore a partire dal mese di luglio.
Con l’approvazione del decreto Lavoro si è assistito ad un incremento della soglia per cui i fringe benefit sono esentasse. Per i lavoratori dipendenti con figli a carico la soglia può raggiungere i 3mila euro, per i lavoratori dipendenti senza prole il limite può raggiungere i 258 euro all’anno. Nel frattempo, è spuntata l’ipotesi di poter abbassare la soglia, ma di estenderla a tutti i lavoratori senza distinzioni tra chi ha figli e chi non ha prole a carico. Per ora la distinzione rimane.
Per l’anno 2023 il governo ha innalzato il limite dei fringe benefit a 3mila euro, ma solamente per una determinata categoria di lavoratori: i dipendenti che hanno figli a carico. è quanto previsto dal decreto Lavoro, che ha previsto la possibilità ai lavoratori di accedere al fringe benefit solo se dichiari il codice fiscale dei figli a carico. Nella soglia innalzata a 3mila euro sono comprese le somme erogate per il pagamento delle bollette energia, gas e acqua. Per i lavoratori dipendenti senza figli a carico, come previsto dall’articolo 51 comma terzo del TUIR, il limite rimane a 258 euro all’anno.
A chiarire chi sono i destinatari della novità è l’articolo 40 del decreto Lavoro, il quale individua una determinata platea: i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato con figli a carico, compresi quelli nati fuori dal vincolo matrimoniale riconosciuti. Anche i lavoratori che hanno figli adottivi possono beneficiare dell’innalzamento della soglia a 3mila euro. la normativa vigente intende fiscalmente a carico il figlio che possiede un reddito non superiore a 2800 euro, al lordo degli oneri deducibili. Resta da sciogliere il nodo se anche i lavoratori con redditi assimilabili a quelli di lavoro dipendente possano beneficiare dell’innalzamento della soglia a 3mila.
Sono da considerare i buoni acquisto Amazon, i buoni spesa, i buoni benzina, le ricariche telefoniche, la polizza rischi extra professionali, i regali natalizi, interessi su prestiti, autovettura uso promiscuo, pagamento e rimborso bollette energia elettrica, gas e acqua e fabbricati concessi in uso abitativo.
Sono escluse le somme e servizi e prestazioni di educazione e istruzione, le spese sostenute per il trasporto pubblico, il servizio mensa/buono pasto, i contributi versati alla previdenza complementare.
Non è necessario presentare la domanda per beneficiare dei fringe benefit. Sarà l’azienda che valuterà se garantire o meno questa agevolazione ai lavoratori dipendenti.
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