C’è un dato che tende a preoccupare e, allo stesso tempo, anche allarmare: aumenta il numero delle persone che consumano sigarette nel nostro Paese. Uno studio portato avanti, ci fa vedere come i fumatori siano in netta crescita.
L’Istituto Superiore di Sanità fa osservare come, dal 2006, il numero di chi fuma sia notevolmente aumentato. E non c’è da gioire.
Per molti la sigaretta è, semplicemente, uno “sfizio” o un passatempo dopo il pranzo o la cena. Ma, per molti, invece, può diventare una vera e propria ossessione che, col passare del tempo, può anche portare alla morte, nel peggiore dei casi.
Nell’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità è possibile osservare questo dato: dal 2019 ad oggi, il numero di coloro che consumano sigarette è aumentato di 800mila unità e riguarda entrambi i sessi. Un dato veramente allarmante perché risulta essere il più alto dal 2006 ad oggi.
Un italiano su quattro è un fumatore e, come dichiara il presidente dell’ISS, il dottor Brusaferro, “è un segnale che desta preoccupazione”. Questo perché diventa sempre più necessario portare avanti campagne di prevenzione contro i pericoli del fumo di sigaretta, in particolare fra i più giovani perché, spesso, è proprio in questa età che si inizia a fumare, prima per scherzo e, poi, non se ne può più fare a meno.
Ma chi sono coloro che fumano? È possibile tracciare un identikit anche di cosa fumano? Partiamo dal primo dato: il 3% in più di persone, rispetto ai precedenti anni, fuma tabacco riscaldato, anche perché lo considera “meno dannoso” rispetto alla classica sigaretta. È aumentato, anche, il numero di chi fuma sigarette elettroniche.
L’80% di chi fuma una sigaretta elettronica, fuma però, pure quelle tradizionali. Il 3% di chi fuma quella elettronica, prima, non aveva mai fumato altri tipi di sigarette. “La pandemia ha influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco degli italiani” – ha spiegato la responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS, la dottoressa Pacifici, guardando ai dati di questo anno.
C’è però, una cosa che fa riflettere: una falsa percezione, come spiega ancora la dottoressa Pacifici, di poter consumare prodotti, nocivi per la salute e, soprattutto, farlo anche nei luoghi chiusi, perché in parte autorizzati da una legge (deroga alla Legge Sirchia, ndr), ha notevolmente aumentato sia la richiesta che il consumo stesso, sia di sigarette semplici che di quelle elettroniche.
E allora che fare? Iniziare dalla base, ad istruire e a far comprendere ai giovani i pericoli del fumo da sigaretta, ma anche di quelli del fumo passivo, altra piaga che, purtroppo, provoca, come le sigarette fumate vere e proprie, malattie e vittime ogni anno.
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