Il giorno dell’addio è arrivato. L’ultimo saluto a Davide Astori. Dopo la maxi processione svoltasi ieri alla camera ardente a Coverciano si stanno svolgendo in mattinata nella Basilica di Santa Croce i funerali del capitano della Fiorentina morto la scorsa domenica alla sola età di 31 anni. Centinaia di persone in piazza già nelle prime ore del mattino. Tra i primi ad arrivare i giocatori e i dirigenti della Fiorentina a lungo applauditi dalla folla accorsa per rendere omaggio a Davide. Momenti di commozione, lunghi silenzi e ancora volti sconvolti e increduli per quanto accaduto.
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Numerosi i volti noti del mondo del calcio tra i quali citiamo Zanetti, Van Basten, Francesco Totti. Presenti anche anche il ministro dello Sport Luca Lotti, il presidente del Coni Giovanni Malago’, il commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini e il suo vice Alessandro Costacurta e l’ex commissario tecnico Gian Piero Ventura. Anche Matteo Renzi si è recato a Santa Croce. Il feretro ha sfilato per alcune vie del capoluogo toscano con una sosta allo stadio Franchi.
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In Piazza Santa Croce a Firenze sono arrivati molti dei protagonisti del calcio italiano per tributare l’ultimo saluto a Davide Astori. In una giornata di lutto cittadino tantissime le delegazioni giunte ai funerali del capitano viola, Udinese, Inter, Juventus, Napoli, Cagliari, Sampdoria, Milan per citarne alcune che sono accorse per commemorare “Asto” come lo chiamavano in tanti. La salma di Davide Astori, all’arrivo in Santa Croce, è stata anche accolta dalla squadra dei pulcini viola.
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La messa è celebrata dall’arcivescovo, cardinale Giuseppe Betori, queste le sue parole: “Siamo qui a pregare per Davide e lo facciamo in questa basilica che l’Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l’hanno onorata e che custodisce le virtù più alte del nostro popolo. Virtù che noi riconosciamo a Davide e per questo motivo lo salutiamo in questo luogo“.
Domenica 11 marzo per la Fiorentina sarà la prima partita senza il suo capitano. Il pensiero va anche da parte nostra, oltre per una giovane vita che non c’è più, ai famigliari di Davide.
Durante la celebrazione dei funerali nella Basilica di Santa Croce sono risuonate le commoventi parole lette dal centrocampista croato Milan Badelj a nome di tutta la squadra. Un messaggio per il compagno di squadra che ora non c’è più, per il capitano che non verrà mai dimenticato…
Caro Davide prendo io la parola a nome di tutta la famiglia viola e dei nostri compagni. Ti prometto che sarò breve come piacerebbe a te. Comincio dal significato del tuo nome. Il tuo nome significa in ebraico “amato, diletto”. Tanti re hanno avuto il tuo nome. Vedendo tanti amici e persone comuni venute qui oggi, è chiaro che questo è il tuo nome. Davide, tu sei semplice, diretto, pragmatico, con il tuo sguardo profondo riesci a entrare dentro le persone e a rimanerci. Tu non sei come tutti gli altri. Tu sei quello che, anche non sapendo bene le lingue, sei riuscito a parlare con tutti noi, a indicarci la strada perché hai sempre parlato con il cuore tenendoci uniti.
Sei tu che bacchetti i più giovani e inciti noi vecchi. Hai il dono della lingua universale del cuore, dono di pochi eletti. Tua mamma, tuo papà devono sapere che non hanno sbagliato una virgola con te. Se tu sei così è perché te lo hanno trasmesso. Sei il fratello e il figlio che ognuno vorrebbe avere. Sei il compagno di squadra che ogni ragazzo vorrebbe avere quando inizia questo bellissimo gioco.
Avere te al fianco ti fa sentire al sicuro perché c’è Davide, ci sei tu. Come possiamo dimenticare le tue risate, il tuo modo di scherzare con tutti noi. Tu, designer di fama mondiale, calciatore nel tempo libero, come ti amavi definire In realtà tu sei il calcio, quello puro dei bambini. Il nostro pensiero va a mamma, papà, Bruno, Marco, Francesca e alla principessa Vittoria a cui piace l’uva come a papà. Il compito di tutti quelli che le saranno vicino sarà quello di raccontarle chi era Davide, perché tua figlia, crescendo, deve sapere chi è suo padre, un uomo con la U maiuscola Crescerà sapendo da tutto noi chi era suo padre“.
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