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È il giorno del lutto per Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Il paese saluta il piccolo Andrea Loris Stival, 8 anni, ucciso lo scorso 29 novembre: la cerimonia è iniziata alle 15, celebrata dal vescovo di Ragusa monsignor Paolo Urso. Nelle prime file della chiesa di San Giovanni Battista c’è il papà Davide e i suoi familiari: tante le corone di fiori deposte da amici e conoscenti, dai piccoli della scuola “Falcone-Borsellino” frequentata da Loris. Non c’è la mamma Veronica Panarello, al momento indagata per la morte del bambino. Avrebbe voluto dare l’ultimo saluto al figlio, ma il suo legale, l’avvocato Francesco Villardita, non ha fatto neanche la richiesta per “motivi di utilità”: avrebbe dovuto partecipare alle esequie in manette, scortata tra file di gente che pensano possa essere colpevole di un omicidio orribile. Lei si è proclamata innocente: ha urlato il suo dolore per esser stata abbandonata dal marito, che non è andato a trovarla in carcere. Gli ha scritto una lettera accorata in cui professa la sua innocenza. “Sono innocente, assolutamente innocente, ti prego di credermi. Io so che tu nel tuo cuore mi consideri innocente”, le sue parole.
Come richiesto più volte dalla famiglia Stival, alle esequie non è stata ammessa la stampa. Il nonno in particolare aveva reiterato l’invito a non spettacolarizzare il dolore di una famiglia che piange la morte, orribile, di un bimbo di 8 anni.
Le esequie si sono tenute in forma strettamente privata. Il vescovo di Ragusa, dal pulpito, ha chiesto giustizia per il piccolo Loris, chiedendo come sia possibile che un bambino debba morire in quel modo. Alla fine della cerimonia, la piccola bara bianca ricoperta di fiori è stata accolta dall’applauso della folla che si era assiepata davanti alla chiesa di San Giovanni Battista, transennata per impedire l’accesso alla cerimonia agli estranei e alla stampa.
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