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Sono migliaia le persone presentatesi ai funerali di Fidel Castro, che si sono svolti oggi, 4 dicembre, presso il cimitero di Santa Ifigenia, dove giace l’eroe dell’indipendenza cubana Jose Marti, nella città di Santiago de Cuba. L’urna di legno con le ceneri è arrivata a Santiago al termine di un viaggio di quasi 1.000 chilometri da L’Avana, attraverso diverse città a bordo di una jeep militare. Tra i partecipanti illustri alla celebrazione funebre i presidenti del Venezuela, Nicolas Maduro, della Bolivia, Evo Morales, e del Nicaragua, Daniel Ortega, oltre agli ex presidenti del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e Dilma Rousseff. Presente anche il celebre ex calciatore Diego Maradona, che ha dichiarato: ‘Mi sento cubano’.
L’ULTIMO SALUTO A FIDEL CASTRO
In attesa della cerimonia, il popolo cubano per giorni è stato in fila in Plaza de la Revolución per rendere omaggio alle ceneri di Fidel. Oggi, nel corso della cerimonia funebre, a parlare a nome di tutti è stato Raul Castro che ha preso la parola per rimarcare l’orgoglio di Cuba per il suo comandante, l’ultimo eroe della Rivoluzione che ha segnato, nel bene e nel male, la storia dell’Isla Grande.
‘Cuba es Fidel. Yo soy Fidel’, ‘Cuba è Fidel, io sono Fidel’, ha dichiarato il fratello che da anni ha preso in mano le redini del potere politico. Raul ha ringraziato il mondo che è venuto a rendere omaggio a Castro, per ‘la solidarietà e il rispetto mostrato’, dal premier greco Alexis Tsipras al presidente sudafricano Jacob Zuma. Dopo l’intervento di Nicolas Maduro, il più applaudito, è Raul Castro a prendere a parola con il racconto di una vita dedicata al sogno del socialismo e la conclusione che fa esplodere la gente radunata in piazza: ‘Hasta la victoria siempre’.
Raul ha parlato al suo popolo partendo dall’esempio di Fidel: ‘Ci ha mostrato quello che potevamo fare, quello che possiamo fare. E ora quello che potremmo fare. Sì se puede’. Una frase storica, ripresa da Barack Obama nella sua campagna elettorale del 2008 e tradotta in ‘Yes we can’. Castro ha inoltre ricordato il difficile periodo che Cuba ha attraversato negli anni ’90, una grave crisi economica dopo il crollo dell’ex Unione Sovietica, e ha sottolineato come anche in quei momenti ‘Fidel non ha mai perso la fede nella vittoria’. In conclusione ha voluto dare forza al concetto che ‘si è potuto, si può e si potrà superare qualsiasi ostacolo per l’indipendenza, la sovranità della patria e il socialismo’.
La cerimonia di addio a Fidel Castro è stata più breve di quella che si è svolta a L’Avana. Le personalità presenti non sono intervenute, mentre hanno parlato dal palco le associazioni dei lavoratori, degli agricoltori, dei combattenti della rivoluzione cubana. In particolare, il presidente del sindacato dei lavori ha dichiarato: ‘Fidel era un soldato delle idee. Ci ha mostrato che i principi non si discutono, si difendono a ogni costo’.
I NOVE GIORNI DI LUTTO CITTADINO
La tv di Stato cubana aveva lanciato la notizia della morte di Fidel Castro, mostrando anche le immagini della salma del lider maximo: ‘Oggi, 25 novembre, alle 10:29 della notte è morto il Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz’.
In una nota del consiglio di Stato dell’Avana si rendeva noto come si sarebbe mosso il Paese sino alla data del funerale: ‘Durante i 9 giorni di lutto nazionale verrà sospesa qualsiasi attività, nonché spettacoli pubblici, mentre la bandiera di Cuba sarà a mezz’asta nelle sedi pubbliche e istituti militari. La radio e la tv rispetteranno una programmazione informativa, patriottica e storica’.
Sempre nella nota di Stato si leggeva: ‘A partire dal 28 novembre e fino al giorno seguente, i cubani potranno rendere un meritato omaggio al proprio leader, presso il memorial Josè Martì dell’Avana. Tutti avranno la possibilità di firmare il solenne giuramento per compiere il concetto di ‘Rivolucion’ in una serie di luoghi indicati dalle autorità all’Avana e in altri centri dell’isola, in modo da dare continuità alle sue idee e al nostro socialismo’.
Il 29 novembre si è svolta una grande cerimonia, presso la Plaza de la Revolucion della capitale. Il presidente del Venezuela Maduro ha scelto di essere presente, mentre il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha dimostrato di essere già concentrato sul post Fidel Castro: ha infatti minacciato di revocare il disgelo con Cuba, se L’Avana non stipulerà un accordo migliore per i cubani. ‘Metterò fine all’accordo con Cuba, se questo non verrà migliorato nell’interesse del popolo cubano, dei cubani-americani e degli Stati Uniti’, è il messaggio che Trump ha pubblicato su Twitter.
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