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Si sono svolti nel tardo pomeriggio di domenica i funerali di Emmanuel Chidi Namdi. Tanta la gente di Fermo che ha voluto salutare per l’ultima volta il nigeriano ucciso il 6 luglio. Era scampato ai terroristi di Boko Haram ma è stato assassinato in Italia dal razzismo. Con l’accusa di omicidio preterintenzionale è stato arrestato Amedeo Mancini, agricoltore e ultrà della Fermana con simpatie di estrema destra. Oltre a migliaia di cittadini, al Duomo della città marchigiana erano presenti diverse autorità.
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A celebrare i funerali monsignor Luigi Conti, l’arcivescovo di Fermo. “Mi dà fastidio quando i media definiscono i migranti disperati. Ma quando mai? Noi lo siamo, non loro. Noi rischiamo di uccidere la loro speranza, è la divisione che uccide, non questo o quel fratello della comunità. Da oltre due anni questa città si è dimostrata ospitale, ma veramente ospitale. Lo riconoscono i nostri fratelli scappati dalle guerre, dalla fame, dalla persecuzione religiosa. Anche il nostro fratello Emmanuel e la sua promessa sposa lo hanno riconosciuto. Noi fermani siamo ospitali. Senza la fede, senza credere che il sangue ha il potere di riconciliarci noi non ce la faremo”.
Boldrini alla comunità nigeriana: “Non vi lasceremo soli”
Presente, tra le autorità accanto al ministro Maria Elena Boschi, Laura Boldrini, presidente della Camera. “Sono qui per solidarietà e per mandare un messaggio alla comunità nigeriana: non vi lasceremo soli, non permetteremo che la nostra società si inquini col razzismo. Qualcuno dirà che questa presenza delle istituzioni è una passerella. Ma che vuol dire? Non venire sarebbe stato peggio. Non ci intimidiscono queste considerazioni. è importante che anche chi ha responsabilità istituzionali, con i media, stia attento a diffondere il messaggio anti-odio”.
Il messaggio della Kyenge alla moglie del nigeriano
L’ex ministra ed europarlamentare Cécile Kyenge ha voluto scrivere un messaggio alla moglie del nigeriano, Chinyery: “L’odio ha distrutto il tuo progetto di vita con Emmanuel, ma non distrugga i vostri sogni. Porta a termine quel viaggio che iniziasti con il tuo Emmanuel. È solo l’amore a dare questo genere di forza. L’amore è in grado di ricostruire ciò che l’odio ha distrutto. Un amore che porterai sempre con te. Quello verso il tuo Emmanuel, quello delle persone che hai lasciato, quello delle persone che hai incontrato e che incontrerai in Italia. Quell’amore, così grande, non si spenga con Emmanuel, vinto tragicamente dall’odio. Non arrenderti, non farti derubare del futuro che hai sognato con lui, ridipingilo qui in Italia dove avevi scelto di vivere con Emmanuel, dopo essere fuggiti dalla Nigeria. Rimani in Italia. Non diamola vinta ai predicatori d’odio”.
Alla donna, svenuta per il dolore durante l’omelia, si è rivolto anche monsignor Conti: “Il dolore chiede con forza un supplemento di vicinanza, di fraternità di dialogo. Anche tu perdona, perdona, perdona, perdona, perdona. Alimenta la speranza di chi approda tra noi”.
Don Vinicio: “Anche l’aggressore è una vittima”
Don Vinicio Albanesi, che aveva accolto i due profughi al loro arrivo in Italia, ha commentato: “Noi perdoniamo tutti, noi accogliamo tutti. Anche l’aggressore di Emmanuel è una vittima. E se qualcuno lo avesse aiutato a controllare la sua istintività e la sua aggressività, avrebbe fatto bene”.
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