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Funerali di Shimon Peres, i grandi del mondo salutano l’ex presidente israeliano

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I grandi del mondo tutti riuniti a Gerusalemme per i funerali di Shimon Peres, l’ex presidente israeliano e premio Nobel per la pace, morto all’età di 93 anni. Ci sono davvero tutti a rendere omaggio all’uomo di pace, come tutti lo hanno definitivo, compreso Abu Mazen: il leader palestinese torna a Gerusalemme dopo esservi mancato per anni, dall’ultima visita nel 2010. Il primo a rendere omaggio a Peres è stato l’attuale premier Benyamin Netanyahu che l’ha ricordato come “un grande uomo“, e ne ha voluto seguire l’esempio stringendo la mano ad Abu Mazen, prima di iniziare l’elogio funebre. “Nel Medio Oriente in tumulto in cui solo i forti resistono, non si raggiungerà la pace se non garantendo la nostra potenza. Ma gli obiettivi sono la prosperità e la pace, per noi e per i nostri vicini“, ha detto indicando il presidente palestinese.

Shimon si è innalzato ad altezze incredibili. È stato un grande uomo di israele; è stato un grande uomo del mondo. Israele è in lutto per lui, il mondo è in lutto per lui, ma noi troviamo conforto in ciò che ci ha lasciato, e così fa il mondo intero“, ricorda ancora Netanyahu.

Sono oltre 70 i leader giunti da tutto il mondo per rendere l’ultimo saluto a Shimon Peres; c’è Barack Obama con il segretario di stato John Kerry, il principe Carlo e si rivede anche David Cameron. Non è mancato Matteo Renzi e i suoi omologhi europei, compresi i vertici di Bruxelles e Strasburgo. Ingenti le misure di sicurezza con intere strade chiuse e oltre 8mila agenti armati di tutto punto schierati. Tra gli altri a prendere la parola nel corso del funerale ci sarà anche lo scrittore Amos Oz.

Ho perso un amico: è stato il più grande sognatore di Israele, il più grande campione della pace“, è stato il ricordo di Bill Clinton, l’ex presidente USA che è sempre stato al suo fianco nel lungo processo di pace che portò agli accordi di Oslo.

A parlare in ricordo di Shimon Peres è anche Barack Obama che coglie l’occasione non solo per celebrare la memoria del premio Nobel per la pace e il suo lavoro per la costruzione dello stato di Israele, ma anche per ricordare il suo impegno nella realizzazione di una pace duratura con i palestinesi.

Shimon ha forgiato la storia di Israele e ha mostrato che il cuore dell’ideale sionista sono giustizia e speranza“, ha detto Obama nel suo lungo discorso. Ad ascoltarlo c’è sì Abu Mazen ma anche Netanyahu con cui il presidente americano non ha un ottimo rapporto per via della sua politica di totale chiusura e di militarizzazione del conflitto.

La presenza del presidente Abu Mazen ci ricorda che il cantiere della pace è un’incompiuta. Il popolo ebraico non è nato per governare un altro popolo. Non credo che Peres fosse un ingenuo, Israele ha vinto tutte le guerre ma non quella maggiore: quella di non aver più bisogno di vincere“.

Lorena Cacace

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