È passato un anno dalla tragedia della funivia del Mottarone, che causò la morte di quattordici persone. Il Presidente di Italia viva, Ettore Rosato: “I responsabili non restino impuniti”.
Sono trascorsi 365 giorni da quel drammatico giorno in cui 14 persone persero la vita nell’incidente della funivia del Mottarone che ebbe – come unico sopravvissuto – il piccolo Eitan di sei anni. Ettore Rosato di Italia Viva: “I responsabili non restino impuniti”.
Passato già un anno dalla tragedia che colpì l’esistenza di 14 persone che persero la vita nell’incidente della funivia del Mottarone. Unico superstite del drammatico disastro fu Eitan, un bambino di sei anni, che perse la madre e il padre e che, da allora, è stato al centro di un conteso che si è venuto a creare tra le famiglie paterne e materne.
Come afferma il Presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, “Il mio pensiero a chi ha perso la vita in questa assurda tragedia, alle loro famiglie, all’unico sopravvissuto, il piccolo Eithan. Non perdiamo l’attenzione sulla vicenda e soprattutto non rimanga impunito chi ha responsabilità”.
L’incidente della funivia del Mottarone ebbe luogo il 23 maggio 2021 a Stresa, sul Lago Maggiore. Dopo la pandemia, l’attività della struttura riprese dopo la chiusura imposta dalla pandemia di Coronavirus: la fune si spezza e le cabine – di conseguenze – si distaccano per poi cadere nel vuoto per più di 20 metri, incastrandosi tra gli alberi.
Tredici persone morirono sul colpo: unico sopravvissuto Eitan Biran. Nella tragedia, morì anche il piccolo Mattia Zorloni che perse la vita, nonostante le cure ottenute all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Il bambino che riuscì a scampare alla morte perse il padre Amit, 30 anni, la madre Tal Peleg, 26 anni, il fratello Tom di due anni e la bisnonna Barbara Cohen Konisky di 71 anni e il bisnonno Itshak Cohen di 82 anni.
Dopo la morte dei genitori di Eitan, si è aperto un contenzioso tra le due famiglie, quella italiana e quella israeliana che intendono prendersi cura del bambino. Il nonno paterno, però, ha rapito il piccolo portandolo nel suo paese d’origine.
Il paese, però, ha restituito il bambino: una vicenda giudiziaria che ancora non si è conclusa e che merita, sicuramente, un epilogo che dia giustizia ad entrambe le famiglie, dilaniate dal dolore per le molteplici perdite subite a causa dell’incidente della funivia, di cui dovranno rispondere i diretti responsabili.
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