Raffaele Peluso è un funzionario pubblico di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, che si trova agli arresti domiciliari dopo che la moglie Anna Maria Crescente ha raccontato alle autorità che l’ex marito – agronomo del Comune – prendeva mazzette in qualità di responsabile del settore infrastrutture. In relazioni alle dichiarazioni fatte dalla donna è scattata un’inchiesta che ha condotto sei persone ai domiciliari, tra cui il Peluso, protagonista di una intercettazione shock.
Raffaele Peluso avrebbe ricevuto regali e soldi dagli imprenditori: ”Una volta è tornato a casa con 20mila euro”, è la testimonianza di Anna Maria Crescente, raccontata dal Corriere del Mezzogiorno, che ha dato il via all’inchiesta che ha poi portato agli arresti domiciliari sei esponenti politici e funzionari del Comune di San Giorgio, tra cui suo marito. I racconti coprono un periodo che va da marzo a all’autunno 2013, quando lo scenario per la sua famiglia cambia. Peluso infatti lascia la moglie per la stagista Flavia Cozzolino e tutti i regali degli imprenditori iniziano ad arrivare all’indirizzo della nuova compagna. Così la moglie si vendica facendolo finire ai domiciliari.
A dicembre Raffaele Peluso è stato intercettato durante un colloquio, mentre parlava con la sua nuova compagna che gli diceva: ”Ma tu rubi”. Il funzionario, senza scomporsi le ha risposto: ”Eh certo, che cosa mi importa”. Secondo il pm Ida Frongillo, titolare con il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino dell’indagine condotta dalla squadra mobile, l’indagato si sarebbe anche lasciato a una vera e propria ”ammissione di colpevolezza, allorché confessa di mangiare e di saperlo fare con abilità”. Afferma Peluso nell’intercettazione: ”Tu che fai, dici che io mangio, non ti lascio proprio niente. Siccome sono migliore di te, oppure mi vogliono più bene di te, io mi fotto tutte le cose. Poi fammi vedere cosa fai”.
Nell’inchiesta è indagato anche il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, per il quale il gip ha respinto la richiesta di arresti per carenza di gravi indizi, e il suo predecessore Mimmo Giorgiano. Ai domiciliari, oltre a Peluso, sono finiti Carmine Intoccia, dirigente del settore pianificazione urbanistica e lavori pubblici, i funzionari Leone di Marco e Brigida De Somma e due imprenditori che avevano beneficiato degli appalti: Luigi D’Alessandro e Giuseppe Catauro. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere finalizzata alla concussione e alla turbativa d’asta.