Il G20 della Salute si è concluso ieri a Roma, dove sono stati definiti gli obiettivi sanitari da perseguire a livello mondiale nel documento finale dei lavori chiamato dal Ministro della Salute Roberto Speranza “Patto di Roma”.
“È stato approvato all’unanimità il Patto di Roma da tutti i paesi del G20 – l’annuncio del ministro della Salute Speranza durante la conferenza stampa dopo la conclusione dei lavori – È un documento firmato da tutti i Paesi: insieme si è deciso di impegnarsi per rafforzare i sistemi nazionali. Primo punto è investire sui sistemi sanitari e vogliamo difendere l’impianto universalistico: si ha diritto a essere curati indipendentemente da ceto e razza e abbiamo insistito anche sull’approccio One Health”.
Obiettivo primario: vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro fine anno
Il punto più importante dichiarato del “Patto di Roma” è quello di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro fine anno, soprattutto sostenendo le vaccinazioni nei Paesi a basso reddito, quelli finora meno coperti dalle vaccinazioni, in collaborazione con Covax.
“In linea con l’OMS, sosteniamo l’obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021 – si legge nel documento finale – riaffermiamo l’impegno dei nostri Leader al Global Health Summit per rafforzare le capacità produttive locali e regionali, sviluppare una capacità regolatoria regionale e promuovere standard minimi di qualità dei prodotti medicali”.
Non si è parlato di sospensione dei brevetti dunque, ma solo di “esportare” la capacità produttiva nei Paesi a basso e medio reddito.
Approccio “One Health” anche per evitare pandemie future
Uno dei punti del G20 di Roma è stato l’approccio “One Health”, un concetto organico di salute che tiene conto di esigenze umane ed ambientali. Lo scopo è quello di “aumentare la sorveglianza, rafforzare la prevenzione, preparazione e risposta per migliori risultati di salute e un migliore benessere per tutti, sistemi alimentari sostenibili, acqua e sanificazione, e la protezione dell’ambiente”. Un modello per garantire migliore capacità di risposta dei sistemi sanitari e diminuire la probabilità di avere nuove pandemie in futuro.
Terze dosi in Italia, si parte a settembre
Dal G20 di Roma, il ministro Roberto Speranza ha anche parlato delle terze dosi di vaccino, già iniziate in Israele e autorizzate da altri Paesi come Francia, Germania e Stati Uniti.
In Italia si dovrebbe partire a settembre, iniziando da alcune categorie specifiche: “La terza dose in Italia ci sarà, partiremo già da settembre con pazienti fragili come gli oncologici o i trapiantati – ha detto il ministro Speranza -. Su questo punto già Ema e Ecdc si sono espresse. Dunque già nel mese di settembre partiranno in Italia queste prime terze dosi, poi analizzeremo per proseguire con gli over80 e residenti Rsa e personale sanitario, che sono le prime categorie che hanno ricevuto il vaccino e da quale si partirà“.