Nel secondo dei tre giorni di incontri tra gli esponenti del G7, i governi dei Paesi più influenti al mondo dal punto di vista primariamente economico, a tenere banco è il contesto ucraino ed il sostegno a Zelensky.
Proseguono nel castello di Elmau, in Germania, gli incontri del G7 che oggi, complice la presenza in videoconferenza del presidente Volodymyr Zelensky, si incentrano sulle contromisure da adottare per porre fine all’aggressione di Putin verso l’Ucraina.
Sostegno totale all’Ucraina: si potrebbe riassumere così quanto stabilito dai rappresentanti delle più floride economie mondiali. I capi di stato e governo riuniti in Baviera mostrano l’intenzione di continuare a supportare Kiev militarmente, finanziariamente, diplomaticamente al fine di garantire al popolo aggredito la sovranità e l’integrità della propria nazione e a scegliere per essa il futuro più rispettoso della propria volontà generale.
Simmetrico ed opposto è il messaggio rivolto a Putin: questi ha unilateralmente e senza alcun motivo giustificante deliberatamente deciso un’invasione brutale e scellerata. A questo uso irrispettoso della forza i paesi del G7 rispondono con la stretta economica al regime di Mosca (e del suo alleato per ora inattivo Lukashenko) realizzato tramite le sanzioni.
Si ribadisce inoltre l’accusa condivisa di totale responsabilità del Cremlino per la crisi alimentare che si sta originando nel pianeta. Il blocco (ed il furto) del grano da esportazione del terzo paese al mondo per volumi di commercio di granaglie denota la natura criminale e prevaricatoria di Putin, che nega a molti stati i nutrienti fondamentali per i propri personali interessi di dominio.
Unanimi sono giunti i ringraziamenti e gli attestati di stima e coraggio dei leader del G7 a Zelensky ed al popolo ucraino da questi rappresentato. Nondimeno il presidente di Kiev continua ad incalzare gli alleati affinché si continui a punire economicamente la Russia a mezzo sanzioni e affinché si possa giungere alla conclusione di questa infausta vicenda entro la fine dell’anno. Impegno difficile a cui però i capi del G7 tenteranno di dare seguito.
Dure ma necessarie decisioni saranno prese per porre fine al conflitto è la sintesi di quanto detto dal cancelliere Scholz al margine dell’intervento del leader suo malgrado belligerante.
Anche il premier italiano Draghi rammenta al consesso il primo obiettivo di Occidente e alleati: la sconfitta di Putin nella guerra, ribadendo la necessità di attuare la sua misura cardine contro Mosca: il price cap al gas russo.
Infine sceglie parole oltranziste il primo ministro Boris Johnson per il quale l’unità dimostrata dai partecipanti nel condannare l’invasione russa deve essere la via maestra per ricacciare indietro Mosca, nonostante la difficoltà registrata in alcuni contesti bellici.
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