Gabriel García Márquez è morto: lo scrittore e giornalista colombiano, premio Nobel per la letteratura nel 1982, aveva 87 anni e lascia la moglie Mercedes Barcha, e due figli, Rodrigo (nato a Bogotá nel 1959) e Gonzalo (nato in Messico nel 1962). Molti i suoi libri famosi, dai quali sono stati tratti anche film per il grande schermo: ricordiamo tra gli altri Cent’anni di solitudine, Cronaca di una morte annunciata, L’amore ai tempi del colera.
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Gabriel García Márquez nacque il 6 marzo del 1928 ad Aracataca, piccolo villaggio della Colombia: scrittore e giornalista, Premio Nobel per la letteratura nel 1982, Márquez cominciò la sua carriera nel 1947 quando, ancora studente di giurisprudenza all’Università di Bogotà, pubblicò il suo primo racconto, “La tercera resignacion“, sul giornale El Espectator. Nel 1948 cominciò a lavorare come giornalista al El Universal di Cartagena, e finì per collaborare con svariati giornali e diverse riviste americane e europee; tornato a Bogotà nel 1954, pubblicò l’anno successivo il racconto “Foglie morte“.
Dopo essere stato a Roma, Parigi e Cuba, Márquez si trasferì a Città del Messico, dove nel 1962 scrisse il suo primo libro, “I funerali della Mama Grande” che contiene anche “Nessuno scrive al colonnello“, dove l’autore cominciò a delineare il mondo di Macondo, paese immaginario che farà da sfondo a “Cent’anni di solitudine“.
Il libro, scritto nel 1967, racconta le vicende delle varie generazioni della famiglia Buendía e gli regalò la fama internazionale: nel 2007, Cent’anni di solitudine è stato votato come seconda opera in lingua spagnola più importante mai scritta. A questi libri – nonostante la promessa di che non avrebbe pubblicato più nulla fin quando Pinochet sarebbe rimasto al potere in Cile – Márquez fece seguire L’autunno del patriarca e Cronaca di una morte annunciata, che gli valse il premio Nobel per la letteratura nel 1982; nel 1985 scrisse un’altra delle sue opere più note, L’amore ai tempi del colera.
Grande esponente della letteratura latino-americana e del genere letterario “realismo magico” (e autore anche di bellissime poesie), l’autore ha avuto molti problemi di salute negli ultimi anni della sua vita: nel 1999 gli venne diagnosticato un linfoma non Hodgkin, malattia che lo spinse a scrivere le sue memorie (“Vivere per raccontarla“, 2002); un anno dopo, il periodico peruviano “La República” scrisse che Márquez era sul punto di morire, notizia rivelatasi errata. Sconfitto il cancro (durante il qual, nel 2005 l’autore premio Nobel pubblicò Memoria delle mie puttane tristi, suo ultimo romanzo) Márquez è tornato in libreria nel 2010 con il saggio/raccolta di racconti Non sono venuto a far discorsi.
Il cancro non è stato l’unico problema di salute di Márquez: nel 2012 un amico intimo dello scrittore rivelò che l’autore soffriva di Alzheimer, anche se i familiari parlarono di generica perdita di memoria dovuta all’età e Márquez non ne ha mai fatto cenno. Ad aprile, invece, Márquez venne ricoverato per un problema respiratorio e un’infezione ai polmoni e alle vie urinarie; pochi giorni dopo, lo scrittore venne fatto uscire dall’ospedale, ma un articolo di El Universal parlò di un tumore diffuso a polmoni e fegato, per curare il quale Márquez era sottoposto a cure palliative a causa dell’età avanzata.