Gabriel Barbosa Almeida, in arte, come per molti brasiliani si dice, Gabigol. Il suo soprannome, infatti, ci spiega già tanto del giovane talento brasiliano che vestirà prossimamente la maglia nerazzurra e prenderà parte alle partite di Serie A. L’attaccante proveniente da San Paolo ha compiuto 20 anni il 30 agosto di quest’anno e nonostante la tenera età è stato sempre considerato un talento incredibile.
La storia di Gabriel
Gabigol è nato a São Bernardo do Campo, a San Paolo, e calcisticamente è cresciuto con la maglia bianco nera del Santos, anche per volere del padre poiché anche il San Paolo voleva il ragazzo nelle proprie giovanili. Gabriel ha iniziato a giocare nella squadre del cuore del padre all’età di 8 anni e il suo idolo era, ed è, Ricardo Izecson Dos Santos Leite, ossia Kakà che però da giovane a giocato nel San Paolo.
In Brasile si dice che nelle giovanili, nei primi anni d’esordio, Gabriel Barbosa Almeida ha realizzato più di 400 gol, qualcuno dice anche 500. Non c’è un numero esatto di reti che gli sono state attribuite ma rimane il fascino del mistero attorno al baby fenomeno del Santos (adesso dell’Inter) che già a 16 anni viene bloccato dalla società con una clausola da 50 milioni di dollari.
Devi avere le spalle larghe per giocare con questo peso addosso e soprattutto con l’etichetta del dopo Neymar. Sono giocatori diversi anche se qualcuno continua a dire che Gabigol è l’edere di O’Ney ed addirittura il suo procuratore lo ha definito un mix tra Ganso, Adriano e il fenomeno del Barcellona che è stato anche compagno di nazionale nella spedizione della Selecao a Rio 2016 (Medaglia d’oro).
L’esordio nel calcio che conta, ossia quello da professionista, inizia proprio a 16 anni con 11 presenze, 8 da subentrante, e con un solo gol all’attivo mentre Neymar, nella prima stagione fece molto meglio, 33 presenze e 10 gol ma come abbiamo già detto il confronto non regge. Gabigol è un’attaccante più che un’ala mentre O’Ney è proprio un esterno d’attacco fatto e finito. Infatti, in qualsiasi altro ruolo si trova a disagio mentre splende nel 4-3-3 del Barcellona. Gabriel Barbosa, invece, può giocare come esterno d’attacco sia in un 4-2-3-1, sia in un 4-3-3 ma non sembra essere il ruolo del futuro. Probabilmente, nell’Inter attuale, si troverebbe bene a giocare come seconda punta con un 4-4-2 con Icardi come prima punta e lui che ci gira attorno.
Con la Nazionale, ha debuttato in Copa America contro Haiti nel quale ha realizzato il suo primo gol nella Copa del Centenario, giocando da prima punta anche se è un attaccante centrale atipico, per intenderci non è un classico numero 9 ma non è nemmeno un 10: è il classico 9,5 del calcio moderno.
Dopo due campionati Paulista vinti con la maglia del Santos, nel 2015 e nel 2016, Gabigol, cercato da mezza Europa (Arsenal, Manchester City, Real Madrid, Barcellona, Juventus, PSG) viene acquistato dall’Inter per 25 milioni di euro. Un’operazione che ricorda, dall’altra parte di Milano, quella che portò Pato in rossonero. Se la classe fosse la stessa e la forma fisica migliore, l’Inter ha tra le mani un vero baby fenomeno.