Rendere i gadget del Duce illegali? La proposta di legge presentata alla Camera porta la firma dell’onorevole del Pd Emanuele Fiano. Proposta che di sicuro farà storcere il naso ai nostalgici di Benito Mussolini e scatenerà polemiche e discussioni. Chissà come la prenderà Alessandra Mussolini… L’iniziativa di Fiano non punta a rendere illegale direttamente il commercio dei gadget, ma a far sì che la legge Scelba venga introdotta nel codice penale italiano.
La legge contro l’apologia del fascismo, approvata nel 1952, si è scontrata sin dall’inizio con questioni di legittimità costituzionale, in quanto per molti giuristi sarebbe contraria alla libertà di pensiero. Non ha impedito la nascita di partiti e movimenti dichiaratamente fascisti, né rituali come il saluto romano, né la realizzazione e la vendita di gadget. Questi forse rientrano più nell’aspetto folkloristico. Immancabili nei mercatini dell’antiquariato e ai congressi di partiti di destra e centrodestra. Dal “testone” di Mussolini al calendario con le “gesta” del Ventennio, dalle maglie con slogan fascisti ai portachiavi, rappresentano un mercato di nicchia, intriso di nostalgia ma sempre vivo. Per non parlare delle bottiglie di vino con il Duce sull’etichetta comparse in alcune Coop di Reggio Emilia, zona non proprio di destra…
Se la proposta di legge di Fiano venisse approvata gli oggetti potrebbero sparire dal commercio. Ma fanno così tanta paura? Secondo l’esponente del Partito Democratico è meglio non sottovalutare il potere dei simboli: “Se guardiamo a quel che sta avvenendo in molte parti d’Europa, dove stanno riprendendo spazio molti movimenti xenofobi, dico che certi atteggiamenti non possono essere assolutamente sottovalutati. Si tratta di simboli? Certo, ma anche i simboli rivestono il loro ruolo. Se riteniamo non più punibili i simboli allora anche ciò che essi rappresentano rischia di non essere più percepito come un problema“.
La crescita dei movimenti di estrema destra in Europa è evidente. Basti pensare ad Alba Dorata in Grecia e ai tantissimi neofascisti scesi in piazza a Colonia dopo le molestie di Capodanno, in quanto commesse anche da immigrati.