Gael Givet: il calciatore che preferì la barba al contratto

È successo nel 2014, ma la storia è venuta allo scoperto solo ora: Gael Givet ha abbandonato l’Evian dopo solo una partita non per motivi calcistici, ma in un certo senso disciplinari visto che si è rifiutato di tagliarsi la barba. Più precisamente il presidente del club francese aveva esortato il nuovo tesserato a rasarsi perché, citiamo testualmente, “Sembrava un terrorista”. Ma il buon Gael non ci è stato, anche se non aveva una motivazione valida ed era soltanto un vezzo estetico. Come è finita la vicenda? Ha abbandonato il team. Scopriamone di più.

Gael Givet era un talento molto interessante, inserito nella lista dei migliori giovani giocatori al mondo di Don Balon nel 2001 ed era stato anche convocato dalla Francia sia per i Mondiali 2006 con il secondo posto dietro l’Italia sia in occasione della disastrosa trasferta sudafricana dei Mondiali 2010. Ha militato nel Monaco, poi nel Marsiglia e ha avuto anche un’esperienza all’estero presso il Blackburn prima del Arles-Avignon che gli ha spalancato le porte dell’Evian. Ma l’avventura si è conclusa dopo solo un match. Tre giorni prima del match, infatti, era stato convocato dal presidente.

Il presidente era andato subito dritto al punto, costringendo Givet a rasarsi la lunga barba, perché sembrava troppo simile a un jihadista. Il calciatore ha risposto che anche se non era un musulmano non avrebbe acconsentito a questo ordine ritenuto troppo prepotente e per nulla attinente col calcio, dato che una barba lunga non può certo compromettere le prestazioni sul campo. Tuttavia, il suo rifiuto ha generato come conseguenza l’allontanamento dalla squadra e così Givet si è dovuto cercare un altro team, ritornando all’Arles-Avignon.

Un ritorno poco fortunato visto che ha messo in cascina solamente sette gare. Il terzino transalpino si è poi accasato quest’anno nel più modesto Tours che gioca in Ligue 2. Chissà se questa stagione sarà più fortunata, in barba a tutte le malelingue.

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