Galli: Italia presto in lockdown come la Francia

Il dottor Massimo Galli, primario del reparto Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, non ha dubbi: ci sarà un altro lockdown.

In netta contrapposizione col dottor Zangrillo del San Raffaele di Milano, ma in linea con la previsione di Ricciardi, consulente del ministero per la pandemia, è dell’idea per provare a contenere i contagi bisogna agire in maniera tempestiva, altrimenti a brevissimo sarà necessaria la chiusura del paese, di nuovo.

Intervenuto questa mattina durante la trasmissione di Rai 3 “Agorà”, Galli ha spiegato che la curva del Covid in Italia sta salendo come da previsioni e che potrebbe anche salire ancora più velocemente. Una situazione potenzialmente molto grave per il sistema sanitario.

Galli: c’è il rischio di trascurare i pazienti non Covid

La speranza dell’infettivologo milanese è che le (discusse) misure adottate dal paese siano efficaci e che si eviti il peggio, ma il rischio concreto è che non bastino. Attualmente gli ospedali sono già al limite e, aspetto ancora più preoccupante, fanno fatica a gestire i pazienti affetti da qualsiasi altra patologia o trauma. Le strutture sono tutte concentrate sul Covid, in questo modo vengono trascurati moltissimi cittadini: uno scenario drammatico.

Massimo Galli ha raccontato la situazione del suo ospedale: ieri c’erano 19 intubati e 47 C-pap  (la ventilazione meccanica) su 300 ricoverati, che riempivano il reparto Covid, recentemente ulteriormente ingrandito. Infatti, buona parte del Sacco è stata convertita ai malati Coronavirus: il reparto ortopedia al momento non esiste più.

Tutti gli operatori lavorano instancabilmente, ma “la situazione è decisamente pesante. Anche per sostenere gli sforzi di tutti i collaboratori, dico che stiamo tenendo duro e anche parecchio. Ma più di tanto non puoi tirare la corda, perché rischia di spezzarsi“.

Italia come la Francia: solo questione di tempo

Secondo le stime di Galli, siamo destinati a raggiungere la Francia, che venerdì entrerà ufficialmente in lockdown, mantenendo però la didattica in presenza. Non c’è dubbio: è solo una questione di tempo. A quel punto, anche qui sarà inevitabile la chiusura, con le conseguenze che ben conosciamo. Infatti, anche il dottore è consapevole dei problemi correlati a lockdown nel nostro paese: “A me l’idea di un nuovo lockdown totale sconvolge abbastanza per tutto quello che va a significare. Io mi auguro veramente che si riesca a mettere in piedi quanto basta per riuscire a limitare i danni e riuscire a venirne fuori senza arrivare a questo. Però temo che si sia molto vicini soprattutto in determinate aree del Paese“.

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