Entra in vigore, da oggi, il piano dell’Unione Europea sulla riduzione del consumo di gas del 15%, concordato due settimane fa per far fronte ai tagli annunciati e poi realizzati dalla Gazprom sulle forniture del gas russo.
Con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea la strategia dei 27 (tanti sono gli stati membri dell’Ue), per far fronte ai tagli di gas della Gazprom, è ora operativa.
Solo qualche settimana fa la società che, controllata dal governo russo, si occupa di estrazione e vendita di gas, aveva annunciato una ulteriore riduzione di tali forniture attraverso il gasdotto Nord Stream.
Era parsa una chiara risposta del governo russo alle sanzioni messe in atto dall’Unione europea a seguito del conflitto russo-ucraino.
Per correre ai ripari era stato discusso ed approvato un piano per ridurre il consumo del gas del 15% in tutti gli stati membri. Passato con il solo voto contrario dell’Ungheria prevede comunque delle deroghe al suo interno.
Misura, questa, ritenuta necessaria per riempire e rafforzare le proprie riserve di gas arrivando, così, preparati al prossimo inverno.
Il taglio dei consumi del 15% valido tra Agosto e Marzo del prossimo anno riguarderà il consumo medio di ogni stato negli ultimi cinque anni.
In ogni caso il regolamento viene definito una riduzione volontaria della domanda, tanto è vero che sono state previste delle deroghe per alcuni Stati. Sono fatte delle eccezioni per paesi non collegati alla rete elettrica europea.
L’Ungheria, in particolare, facendo affidamento solo ed esclusivamente sul gas russo con collegamenti diretti tra i due stati, aveva chiesto di essere esonerata da questa misura.
Nonostante le deroghe accordate, però, Bruxelles si è tutelata. Nel documento, infatti, è sancito che la Ue può dichiarare lo stato d’emergenza. Questo avverrebbe nel caso in cui si registri una grave carenza di approvvigionamento o una eccessiva domanda.
Per quanto riguarda i tagli potrebbero essere solo del 7% nel nostro Paese. Questo grazie alle politiche di diversificazione e agli accordi commerciali siglati dal nostro governo con altri paesi fornitori di gas.
I nostri impianti di stoccaggio al momento del varo del piano dell’Ue erano già pieni al 70%.
Per mantenere fede alle richieste di Bruxelles, anche il nostro governo nei giorni scorsi ha messo a punto delle misure quali ad esempio un’ora in meno di riscaldamento al giorno e un grado in meno.
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