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Cronaca

Gaspare Spatuzza torna in libertà, la decisione del Tribunale

Dopo 26 anni di carcere, lo stragista di mafia Gaspare Spatuzza torna in libertà. Il suo coinvolgimento nelle stragi che hanno portato alla morte dei giudici Falcone e Borsellino ed il suo successivo pentimento, lo hanno portato a diventare un importante collaboratore di giustizia.

Lo stragista Gaspare Spatuzza – Nanopress.it

Spatuzza ha, così, ottenuto, la libertà condizionata. E l’ha già da due settimane. Cerchiamo di capire meglio come sia stato possibile.

Gaspare Spatuzza torna libero

Lo avevano catturato ed era considerato uno degli stragisti di mafia, in particolare per quelle del 1992 e del 1993, dove trovarono la morte i giudici Falcone e Borsellino. Dopo la cattura, il suo pentimento che lo ha portato a diventare un importante collaboratore di giustizia e, grazie anche alle sue informazioni, diversi mafiosi sono stati condannati, non in ultimo lo stesso Messina Denaro.

Ma ora lui, Gaspare Spatuzza, dopo 26 anni di carcere ed una condanna all’ergastolo, è tornato in libertà e lo è da due settimane di già. Come descritto dal quotidiano “Il Corriere della Sera”, Spatuzza da due settimane ha ottenuto la libertà condizionata. Ne consegue, perciò, che non sarà più vincolato dagli arresti domiciliari, ai quali era sottoposto dal 2014.

Gli restano cinque anni di prescrizione da osservare, ma il suo debito con la giustizia italiana è di fatto pagato. Ma come è possibile che sia uscito? Ricostruiamo la sua vicenda. Spatuzza era stato condannato, per le bombe posizionate a Forenza, a Roma e a Milano, esplose 30 anni fa, che provocarono la morte di 10 persone e più di 50 feriti.

Accanto a queste stragi, Spatuzza era stato anche condannato per l’omicidio del sacerdote palermitano Pino Puglisi, ucciso nel settembre del 1993. Inoltre doveva anche scontare 12 anni di reclusione per il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Di Matteo che fu poi ucciso e sciolto nell’acido.

Sbarre della cella di un carcere – Nanopress.it

Accusato di strage e dell’omicidio di don Pino Puglisi

Inoltre era soprannominato “u tignusu” a causa della sua calvizie, ed era un affiliato della famiglia di Brancaccio. Nel 2008 era diventato collaboratore di giustizia, iniziando a raccontare e a descrivere tutto ciò che sapeva circa le stragi di Capaci e quella dell’anno successivo d Via D’Amelio.

La Cassazione, nell’aprile dello scorso anno, aveva annullato con rinvio la richiesta di libertà condizionata del Tribunale di Sorveglianza di Roma. Ora è arrivata la nuova pronuncia di quella stessa Sorveglianza, con anche il parere favorevole delle procure antimafia che, per questa decisione, sono state interpellate.

Spatuzza ha 59 anni ed ha una quarantina di omicidi sulle spalle con relative condanne. È stato lui stesso ad autoaccusarsi di aver rubato quella Fiat126 nella quale fu posizionato il tritolo esploso in Via D’Amelio dove morì il giudice Borsellino. È stato anche fra gli autori materiali dell’omicidio di don Puglisi, ma venne poi arrestato nel 1997 mentre si trovava all’ospedale “Cervello” di Palermo.

Durante la sua detenzione, si è anche convertito al cattolicesimo e il suo pentirsi per ciò che ha commesso, farebbe parte proprio di questa conversione.

Rosalia Gigliano

classe 1989, di Napoli. Sono laureata in Filologia Moderna e, dal 2013, sono anche una giornalista pubblicista. Fra le mie principali passioni ci sono la lettura e la scrittura, passioni che sono diventate poi, mano mano, il mio mestiere. Tutto ciò che fa cultura e che può ulteriormente arricchire sia me che mi sta intorno, sono il mio pane quotidiano. Scrivo su Nanopress.it dallo scorso giugno 2022, occupandomi prevalentemente di cronaca (nazionale, ma anche estera) nella mia funzione di redattore. Incontrare il team di Nanopress.it è stata una scelta che rifarei ancora ed ancora, perché mi ha riportata dove è nata la mia passione per il giornalismo: il mondo della cronaca.

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