Maurizio Gasparri non ha perso tempo. Appena è iniziata la nuova legislatura, infatti, il senatore di Forza Italia, ha di nuovo depositato due disegni di legge che erano già stati proposti ma mai discussi nei precedenti quattro anni e mezzo, decisamente “pro life”. Il primo è sull’istituzione di una “Giornata della vita nascente” che vorrebbe che fosse prevista per il 25 marzo, la seconda invece riguarda la modifica dell’articolo 1 del codice civile, e sì: c’entra l’aborto.
Subito si sono scagliate contro i due ddl Alessia Morani del Partito democratico, Chiara Appendino, l’ex sindaca di Torino ora deputata del MoVimento 5 stelle e anche Marco Grimaldi dell’alleanza Sinistra Italiana ed Europa Verde. Ma di fatto, in cosa consistono le due proposte del senatore romano?
In cosa consistono i due ddl presentati da Gasparri al Senato sul tema dell’aborto
Nonostante le precisazioni in campagna elettorale e non su quello che Fratelli d’Italia in primis vorrebbe fare con l’aborto, ovvero la non abolizione né la modifica della legge 194, piuttosto rafforzare la “tutela sociale alla maternità“, uno dei primi atti della maggioranza di governo è stato quello di depositare, di nuovo, dei disegni di legge che, invece, vanno verso una direzione decisamente pro life, per la vita.
A proporre i due testi al vaglio di Palazzo Madama per la seconda volta è il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. con il primo vorrebbe istituire una “Giornata della vita nascente“, precisamente il 25 marzo, “al fine di promuovere la consapevolezza del valore sociale della maternità e della solidarietà tra generazioni“.
In quest’occasione, recita il comma 2 del ddl, a livello statale, regionale e locale si dovrebbe organizzare e promuovere, “senza nuovi oneri a carico della finanza pubblica“, manifestazioni, cerimonie, momenti di confronto e riflessione (anche nelle scuole, ovviamente) “al fine di diffondere informazioni sulla gestazione, sulla comunicazione e interazione relazionale precoci tra madre e figlio, sulle cure da prestare al nascituro e alla donna in stato di gravidanza, sui diritti spettanti alla gestante, sui servizi sanitari e di assistenza presenti sul territorio, sulla legislazione sul lavoro a tutela della madre e del padre” così che possa emergere “tutta la positività dell’esperienza genitoriale“.
Nell’altro testo, composto da un solo articolo, l’ex ministro delle Comunicazioni, invece, vorrebbe modificare l’articolo 1 del codice civile ed estendere l’acquisizione della capacità giuridica di ogni essere umano al momento del concepimento e non, come ora, al momento della nascita.
Come si spiega nella relazione al provvedimento, nell’articolo 1 della legge sull’aborto, “non vi è una negazione dei diritti del concepito, ma nemmeno vi è un loro riconoscimento“, per cui, con un’opportuna modifica dell’articolo 1 del codice civile si arriverebbe “a una applicazione della intera legge n. 194 del 1978 più coerente con l’intento di prevenire l’aborto volontario, in qualsiasi forma, legale o clandestino che sia“. Ma, in realtà, potrebbe rendere l’interruzione volontaria di gravidanza decisamente più complessa sotto il profilo giuridico.
Le reazioni dell’opposizione ai due ddl depositati da Gasparri
Com’è normale, la notizia della deposizione al Senato, avvenuta per altro al primo giorno di legislatura, dei due ddl da parte di Gasparri ha scatenato delle reazioni nell’opposizione. La prima a intervenire sull’argomento è stata l’ex deputata del Partito democratico Alessia Morani.
In un tweet, l’ex sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico si è chiesta come fosse la storia della “destra che non vuole cambiare la legge sull’aborto“. “Se si riconosce la capacità giuridica dal momento del concepimento il feto ha gli stessi diritti della madre. Serve altro?“.
Come era quella che “la destra non vuole cambiare la legge sull’aborto”?
Basta il Ddl Gasparri depositato il 13 ottobre che vuole modificare l’art. 1 del codice civile.
Serve altro? pic.twitter.com/EIC35ENPI1— Alessia Morani (@AlessiaMorani) October 18, 2022
Il pensiero in merito Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e ora deputata del MoVimento 5 stelle, lo ha affidato a Facebook: “Non si è ancora insediato il governo e Gasparri ha già depositato una proposta di legge contro l’aborto. In campagna elettorale giocavano con le parole, ora scherzano con il fuoco. Non sarà la politica ad opporsi a questi passi indietro ma l’Italia“, ha scritto.
Anche Marco Grimaldi, deputato torinese dell’alleanza Europa Verde e Sinistra Italiana ha voluto dire la sua sui social network. “Non ci vuole un fine stratega per capire che l’intento del senatore Gasparri è attaccare dall’esterno la legge 194 sull’interruzione di gravidanza. E farlo, come ha detto la premier in pectore in campagna elettorale, senza modificare la 194“.
C’è una netta di distinzione, per Grimaldi, tra chi come prime proposte ha depositato un testo “per la pari uguaglianza e dignità tra tutte le famiglie, che mira a riconoscere pari diritti ai figli e le figlie delle famiglie arcobaleno” e chi invece “mira a rendere illegale l’aborto facendo finta di non farlo“. “Sappiano, a destra, che non ci lasceremo prendere in giro da nessuno e nessuna: difenderemo la 194 da qualsiasi tentativo di svuotarla, di renderla inapplicabile o illegittima. Lo faremo in Parlamento e nelle piazze“, ha concluso su Facebook il deputato.
Anche la nuova (ma vecchia) capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, ha commentato il disegno di legge di Gasparri, dicendo che “un pezzetto per volta, si torna indietro di decenni“.
Un pezzetto per volta, si torna indietro di decenni. La destra non perde tempo: ha iniziato oggi chiedendo di riconoscere giuridicamente il nascituro. Un attacco alla #Legge194, alla libertà, all’auto determinazione, alla salute delle donne.
— Debora Serracchiani (@serracchiani) October 18, 2022